Better Call Saul: recensione della premiere della stagione 4

La recensione della prima puntata della stagione 4 di Better Call Saul, la serie TV in onda su Netflix ogni martedì dal 7 agosto

Dopo numerosissime indiscrezioni succulente, speculazioni dei fan, teorie su possibili incroci con Breaking Bad e chi più ne ha più ne metta, oggi, finalmente, è approdata anche sul catalogo Netflix italiano la quarta stagione di Better Call Saul.

Tra tutte quante le promesse che la nuova stagione sulle (dis)avventure di Jimmy McGill dovrebbe mantenere, l’unica che Vince Gilligan ha avuto la premura di confermare è che finalmente Saul Goodman farà la sua apparizione definitiva, prendendo il posto del minore dei fratelli McGill.

Better Call Saul, cinematographe.it

Better Call Saul: le conseguenze di un incendio

Al contrario del fagocitante desiderio di vedere su schermo gli eventi che porteranno alle vicende di Breaking Bad, la serie con Bob Odenkirk ricomincia da dove aveva finito: narrando con calma le storie dei suoi protagonisti e ribadendo ancora una volta lo spirito indipendente di una serie che si può chiamare prequel o spinoff, ma ha una anima tutta sua.

Chuck McGill (un fantastico Michael McKean), dopo gli eventi finali della stagione precedente, ha avuto una terribile ricaduta che lo ha portato alla tragica decisione di bruciare la casa/prigione con lui dentro. Da qui si riparte, esattamente in stile Gilligan, riallacciando piano piano i fili con ogni personaggio.

Jimmy vive con Kim (la bellissima Rhea Seehorn); Mike (Jonathan Banks) ha finalmente un lavoro adatto ai suoi talenti e Nacho (Michael Mando) è riuscito a fermare il sanguinario Hector Salamanca per la gioia di Gus Fring (Salvatore Esposito).

La calata di sipario sul personaggio di Chuck non porta una scossa tellurica nell’entroterra narrativo di Better Call Saul, data l’eleganza della serie e l’enorme rispetto con cui ha sempre trattato i suoi figli, ma riesce a restituire emozioni reali e spietatamente umane. D’altronde Gilligan si occupa di un lato psicologico più profondo rispetto a quello che si vede su schermo.

Per Mike la vita è un carnevale, almeno è il massimo del divertimento per lui, e il suo modo di comportarsi comincia a cambiare, tendendo sempre più alla libertà di “esprimersi”.

Nacho si deve sbarazzare delle uniche prove che possano ricollegarlo all’infarto del boss del cartello messicano… Possibilmente senza farsi vedere.

E il caro vecchio Jimmy? Come reagirà lui alla morte della sua nemesi? La risposta è meravigliosa.

Da sottolineare la chicca in bianco e nero con cui si apre la puntata.

Better Call Saul, cinematographe.it

Better Call Saul: Vince Gilligan è tornato

Gilligan possiede un’eleganza straordinaria nella scrittura. Uno dei pochi autori ad avere una capacità di gestione del tempo narrativo praticamente perfetta. Il suo è un passo cadenzato, lento, comodo, mai affannato e sempre perfetto. I suoi personaggi sono costruiti con una cura maniacale e ogni loro azione è causa e conseguenza di una natura interna in costante evoluzione.

Una rarità in una narrazione sempre più veloce e al servizio del fan service.

Quello che è alla base dell’idea di Better Call Saul è la costruzione di un disastro, annunciato, ma complesso, variegato e imprevedibile. Gilligan ha cura di spiegarlo passo divertendo e divertendosi, senza perdersi nulla e soprattutto in maniera libera e indipendente.

La quarta stagione prosegue questo cammino, fedele solamente ai suoi personaggi, ai loro bisogni e ai loro tempi.

Le puntate usciranno su Netflix ogni settimana a partire da oggi.

Noi dobbiamo solo metterci seduti.

Bob Odenkirk as Saul Goodman and Rhea Seehorn as Kim – Better Call Saul _ Season 1, Episode 7 – Photo Credit: Ursula Coyote/AMC

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.7

Tags: Netflix