American Vandal – Stagione 2: recensione della serie tv Netflix

Un nuovo mistero mette alla prova i film maker di American Vandal: dopo le attenzioni ricevute, Peter e Sam vengono interpellati per scoprire chi è The Turd Burglar.

La seconda stagione di American Vandal si apre con la consapevolezza, in pieno stile mockumentary, del successo ottenuto grazie alla programmazione di Netflix: con l’upgrade produttivo della piattaforma Peter Maldonado e Sam Ecklund vengono contattati da tutti gli angoli del paese per risolvere nuovi casi e salvare nuovi studenti ingiustamente accusati. L’attenzione dei due documentaristi amatoriali viene attratta dal caso che vede il temibile The Turd Burglar compiere continui attacchi nella scuola cattolica Saint Bernardine, nello stato di Washington. Il tocco distintivo dell’identità virtuale, pronta a vantarsi dei suoi misfatti su Instagram e tutti i social, è l’utilizzo recidivo di feci (di varia natura) per mettere a repentaglio la vita dell’istituto, in cerca di chissà quale vendetta.

American Vandal ripete, nel bene e nel male, tutte le promesse fatte nella prima stagione, con un nuovo caso da risolvere.

American Vandal continua a utilizzare il linguaggio della prima stagione, sulla falsa riga del fortunatissimo Making a Murderer e di altre produzioni Netflix; soprattutto nella messa in discussione della colpevolezza del reo confesso di questa stagione, Kevin McClain, si ritrovano le urgenze molto più reali presentate in The Confession Tapes giusto per fare un esempio. Al netto di un approccio discutibile, comunque, la serie conferma di avere ritmo e di saper inanellare una serie di elementi capaci di tenere il pubblico connesso verso un bingewatching completo. Se quindi da un lato la forza della realizzazione della serie si afferma e ribadisce le proprie capacità, dall’altro diventano recidivi anche quegli elementi che impediscono di rendere la serie un successo a tutto tondo.

American Vandal

Peter e Sam durante le indagini della seconda stagione di American Vandal.

Risulta difficoltoso circoscrivere i punti esatti che impediscono ad American Vandal di essere una vittoria a tutto tondo. Senza dubbio l’ironia che emerge in alcune circostanze della vicenda narrata non sono sfruttate al massimo o comunque non sono inserite in un contesto tale da rendere il sarcasmo così pungente come dovrebbe. Il percorso investigativo rappresentato poi è smaccatamente volto a cogliere in fallo gli astanti, costruito a puntino per mettere in dubbio qualunque affermazione venga fatta davanti all’obiettivo, in una sorta di esaltazione dello spirito critico che però non trova un altrettanto forte fondamento di argomentazioni ed elaborazione intellettuale. Questo rende la serie un po’ poco approfondita, facendola assomigliare a un discorso che “butta lì” molti concetti e possibili approfondimenti sociali e culturali, senza però cogliere veramente mai l’occasione per farlo.

Si potrebbe portare come esempio il personaggio di DeMarcus, il talento promettente del basket della Saint Bernardine. Ogni aspetto della sua vita è pilotato anche, e soprattutto, da coloro che gli stanno più vicini. Il meccanismo che si cela dietro allo status quo, come il ragazzo sia arrivato ad accettare tale situazione viene relegato in pochi minuti di uno degli episodi finali della stagione, comunque in modo funzionale a spiegare il modus operandi del colpevole. Si instaura una sorta di serialità interna alla stagione, che replica meccanismi di approccio e coinvolgimento delle vittime/carnefici senza dar loro giustizia, bensì limitandosi alla mera enunciazione delle giustificazioni personali.

American Vandal

Uno dei professori intervistati in American Vandal.

Pur rimanendo una produzione interessante e piena di potenziale, American Vandal non mette a frutto a pieno quello che potrebbe essere, ponendo il pubblico di fronte a qualche dubbio rispetto al futuro. In un’ottica di sviluppo della serie, di progressione ed elaborazione che va oltre il dato antologico delle stagioni, rimangono dei dubbi riguardo a quali siano le effettive capacità di far fiorire un prodotto che finora, nonostante tutto è apparso abbastanza statico.

Regia - 4
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 1

2.5

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