Simon Pegg: 7 curiosità sull’attore di Mission Impossible e Doctor Who
Scopriamo alcuni aneddoti sull'attore di Mission Impossible.
Con la sua comicità tagliente e i ruoli iconici nelle saghe più amate della fantascienza e dell’azione, Simon Pegg è diventato una vera e propria istituzione per cinefili e nerd di tutto il mondo. Ecco 7 curiosità che raccontano aspetti meno noti della sua carriera e della sua vita.
1. Simon Pegg: i suoi film, da Hot Fuzz a Star Trek e Mission: Impossible

Simon Pegg debutta al cinema con Guest House Paradiso (1999), ma ottiene il primo vero successo internazionale con L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004), prima parte della “Trilogia del Cornetto” firmata con Edgar Wright e Nick Frost, proseguita con Hot Fuzz (2007) e La fine del mondo (2013). Parallelamente, entra in alcune delle saghe più iconiche del cinema moderno: è Benji Dunn nella serie Mission: Impossible (dal 2006 a oggi), e Scotty nei reboot di Star Trek diretti da J.J. Abrams e Justin Lin. Nel suo curriculum anche Paul, Tintin, Ready Player One e un cameo vocale in Star Wars: Il risveglio della Forza.
2. Simon Pegg in The Boys e Doctor Who: i suoi ruoli in TV
Prima del cinema, Pegg si afferma sul piccolo schermo con la serie cult Spaced (1999–2001), che scrive e interpreta insieme a Jessica Hynes. Si fa notare anche in Big Train, Faith in the Future, e fa un’apparizione in Doctor Who (2005), dove interpreta The Editor. Nel 2019 entra nel cast della serie Amazon The Boys, interpretando Hugh Campbell Sr., padre del protagonista, ruolo che nei fumetti originali era disegnato proprio con le sue fattezze. Torna al paranormale nel 2020 con Truth Seekers, serie comedy-horror co-creata con Nick Frost.
3. Simon Pegg e Nick Frost: un duo inseparabile da Hot Fuzz a Truth Seekers
Il sodalizio tra Simon Pegg e Nick Frost è tra i più celebri e amati del cinema britannico. I due sono grandi amici nella vita reale, e hanno costruito un’iconica collaborazione artistica che attraversa cinema e TV. Oltre alla Trilogia del Cornetto, li troviamo insieme nei film Paul (2011) e Ladri di cadaveri – Burke & Hare (2010), fino alla serie Truth Seekers, dove interpretano due investigatori del paranormale. Il loro stile, tra humor surreale e critica sociale, ha conquistato fan in tutto il mondo.
4. Simon Pegg in Star Wars: il suo cameo da fan
Fan dichiarato della fantascienza, Pegg ha avuto la possibilità di partecipare anche all’universo di Star Wars. In Il risveglio della Forza (2015), diretto da J.J. Abrams, presta voce e movimenti al personaggio di Unkar Plutt, il rozzo mercante che appare all’inizio del film durante l’incontro con Rey. Un ruolo secondario ma memorabile, che ha rappresentato un piccolo sogno che si avvera per l’attore, da sempre appassionato dell’universo creato da George Lucas.
5. Simon Pegg in Mission: Impossible – un personaggio sempre più centrale

Nel 2006, in Mission: Impossible III, Pegg entra nel franchise nei panni dell’esperto informatico Benji Dunn. Il ruolo, inizialmente secondario, cresce film dopo film, fino a diventare un elemento centrale nella squadra di Ethan Hunt (Tom Cruise). Il personaggio unisce capacità tecniche e humour, diventando uno dei preferiti dai fan e uno dei pochi a essere presente in tutti i capitoli successivi, inclusi quelli più recenti.
6. La via privata di Simon Pegg: la moglie Maureen e la figlia Matilda
Nonostante la fama internazionale, Simon Pegg mantiene un basso profilo sulla sua vita privata. È sposato dal 2005 con Maureen Pegg (nata McCann), con cui ha avuto una figlia, Matilda, nel 2009. Pegg ha spesso raccontato di come la moglie, originaria di Glasgow, lo abbia aiutato a perfezionare l’accento scozzese per il ruolo di Scotty in Star Trek. Una famiglia discreta e lontana dai riflettori, che rappresenta il cuore stabile dietro la sua carriera versatile e in continua evoluzione.
7. Mission: Impossible ha salvato Simon Pegg dall’alcolismo

Durante le riprese dei film della saga Mission: Impossible, Simon Pegg ha attraversato uno dei periodi più difficili della sua vita, segnato da depressione e dipendenza dall’alcol. Nonostante il successo professionale, l’attore viveva una profonda crisi personale che teneva nascosta anche alle persone a lui più vicine. Fu proprio grazie all’ambiente creatosi sul set e al supporto umano e professionale offerto dalla produzione – in particolare durante Protocollo Fantasma – che Pegg riuscì ad affrontare seriamente la sua condizione e a intraprendere un percorso di recupero. Il franchise, oltre a consolidare la sua carriera internazionale, ha rappresentato per lui una vera e propria ancora di salvezza personale.