Mel Gibson: 6 curiosità da sapere sull’attore e regista di Braveheart

Chi si cela davvero dietro a uno dei volti simbolo degli anni '80 e '90?

Mel Gibson è una delle figure più complesse e affascinanti del panorama cinematografico mondiale. Attore dal carisma magnetico, regista capace di scelte radicali e produttore di film potenti e divisivi, ha attraversato oltre quattro decenni di cinema tra successi clamorosi e profondi momenti personali. Ecco 6 curiosità per scoprire chi è davvero Mel Gibson — oltre il personaggio, oltre la polemica.

1. I film di Mel Gibson: l’icona action e oltre

Mel Gibson - Cinematographe.it

Mel Gibson ha debuttato al cinema nel 1977 con Summer City, ma è nel 1979 che il suo volto diventa celebre grazie al cult post-apocalittico Interceptor (Mad Max). È proprio il personaggio di Max Rockatansky a lanciarlo tra i divi del cinema internazionale, ruolo che riprenderà per due sequel, fino al 1985.
Negli anni ’80 e ’90 consolida la sua immagine da attore “tosto” e magnetico in titoli come Gli anni spezzati, Il Bounty, Il fiume dell’ira e soprattutto nella saga di Arma Letale, dove interpreta Martin Riggs, poliziotto instabile e imprevedibile, divenuto uno dei personaggi più iconici del cinema d’azione.
Ma la sua carriera è anche segnata da una grande versatilità: interpreta Amleto (1990) in una delle versioni cinematografiche più intense del dramma shakespeariano, si muove nella commedia romantica con What Women Want (2000), sfiora il thriller paranoico con Ipotesi di complotto, e non disdegna il dramma familiare come in Mr. Beaver (2011), diretto da Jodie Foster.
Tra i titoli più recenti: Machete Kills, I mercenari 3, Dragged Across Concrete, Il professore e il pazzo e Boss Level. In parallelo, ha anche preso parte a numerose serie TV, a partire dal suo esordio assoluto ne I Sullivans (1976), fino a Selvaggi (2004-2005).

2. Regia, produzione, sceneggiatura: la visione dietro la macchina da presa

Mel Gibson non si è mai limitato a recitare: è tra i pochi attori hollywoodiani capaci di lasciare un segno profondo anche dietro la macchina da presa.
Il suo debutto da regista arriva con L’uomo senza volto (1993), ma è con Braveheart – Cuore impavido (1995) che cambia marcia: il film vince 5 Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Regia. Un’opera epica, ruvida, ispirata, che unisce la spettacolarità alla riflessione storica.
Il vero salto nell’audacia arriva con La passione di Cristo (2004): girato in latino e aramaico, ultrarealistico e viscerale, è un film che divide profondamente pubblico e critica, ma conquista oltre 600 milioni di dollari al box office. Gibson ha finanziato il film di tasca propria con 25 milioni di dollari e ne ha curato regia, produzione e sceneggiatura.
Nel 2006 dirige Apocalypto, thriller storico girato in lingua maya, un’altra scommessa folle e vincente.
Nel 2016 torna alla regia con La battaglia di Hacksaw Ridge, che gli vale una nuova nomination all’Oscar come miglior regista: il film è apprezzato per il suo potente equilibrio tra fede, guerra e umanità.
Come produttore, ha firmato anche film meno noti ma rilevanti come Paparazzi, Invincible e Stonehearst Asylum. Da sceneggiatore ha messo mano a quasi tutti i suoi progetti più personali, dimostrando un controllo totale sulla visione artistica.

3. La moglie e i figli di Mel Gibson

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Gibson ha sposato Robyn Moore nel 1980, con cui è rimasto per 26 anni. Dal matrimonio sono nati sette figli: Hannah, Edward, Christian, William, Louis, Milo e Thomas. Il divorzio nel 2006 è stato tra i più costosi della storia di Hollywood.
In seguito ha avuto una figlia, Lucia, dalla relazione con Oksana Grigorieva, e un figlio, Lars Gerard, con l’attuale compagna Rosalind Ross, sceneggiatrice più giovane di oltre 30 anni.
Ad oggi è padre di nove figli, tra cui Milo Gibson, attore e modello, che ha ereditato sia i tratti somatici che il fascino del padre.

4. La parte che non voleva in Braveheart

Braveheart è probabilmente il film che più ha definito la carriera di Gibson, eppure lui inizialmente non voleva interpretare William Wallace. Sentendosi troppo vecchio per il ruolo, avrebbe preferito limitarsi alla regia, ma la Paramount Pictures impose la sua presenza nel cast come condizione per finanziare il film.
Un altro curioso retroscena riguarda le accuse ricevute per presunti maltrattamenti animali durante le riprese: alcune associazioni ritenevano che i cavalli feriti nelle scene di battaglia fossero veri. Solo la diffusione delle riprese dietro le quinte, in cui si vedevano i cavalli animatronici, pose fine alla polemica.

5. La passione di Cristo: un progetto salvavita

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Oltre all’investimento economico personale, La passione di Cristo è stato un film profondamente terapeutico per Mel Gibson.
In un’intervista, ha dichiarato di aver attraversato un periodo di depressione così profonda da contemplare il suicidio. Realizzare questo film è stato per lui un atto di guarigione, un tentativo di riconnettersi con la spiritualità e dare un senso al dolore.
Il film è stato girato in condizioni estreme, con una fedeltà storica quasi maniacale, e ha scatenato dibattiti religiosi, culturali e politici. Ma è diventato anche uno dei film indipendenti più redditizi della storia, confermando il coraggio artistico e umano di Gibson.

6. Mel Gibson ha una malattia?

Negli anni 2000, Mel Gibson è finito più volte al centro dell’attenzione mediatica per motivi lontani dal cinema. Arresti per guida in stato d’ebbrezza, insulti antisemiti, audio compromettenti contro l’ex compagna Oksana Grigorieva, dichiarazioni controverse.
Dietro questi comportamenti si celava anche una diagnosi di disturbo bipolare, di cui l’attore ha parlato solo in seguito. Il disturbo, caratterizzato da oscillazioni estreme dell’umore, ha influito pesantemente sul suo equilibrio personale e professionale, alimentando le sue dipendenze e i momenti di aggressività verbale.

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