Aaron Taylor-Johnson: 6 curiosità che non sia sull’attore

Alcuni aneddoti sul talentuoso attore classe 1990.

Dall’esordio precoce alla possibilità di diventare il nuovo James Bond, Aaron Taylor-Johnson è uno degli attori britannici più interessanti della sua generazione. Dotato di fascino, versatilità e una vita privata fuori dagli schemi hollywoodiani, Aaron ha costruito una carriera che alterna cinema indipendente e blockbuster, arte e intrattenimento. Ecco sei curiosità che raccontano l’attore nella sua complessità, tra set, famiglia e futuro.

1. Aaron e Sam Taylor-Johnson: una storia d’amore oltre le convenzioni

Aaron Taylor-Johnson - Cinematographe.it

Quando Aaron incontra Sam Taylor-Johnson sul set del film Nowhere Boy nel 2009, ha appena 18 anni. Sam, che lo dirige nel ruolo di John Lennon, è una regista affermata di 42 anni. La loro differenza d’età – ben 23 anni – scatena dibattiti e perplessità, ma per loro l’unica cosa che conta è il legame personale e creativo che si è instaurato. Si innamorano, si sposano nel 2012, e scelgono reciprocamente di unire i cognomi diventando entrambi Taylor-Johnson: una decisione non solo simbolica, ma una chiara dichiarazione di parità e identità condivisa. Oggi Sam e Aaron formano una delle coppie più solide e riservate del mondo dello spettacolo. Lei è nota anche per aver diretto il primo Cinquanta sfumature di grigio e ha sempre dichiarato che, pur essendo estremamente selettivi su eventuali collaborazioni, lavorare insieme è stato – ed è – qualcosa di naturale, quasi inevitabile.

2. Vita privata e paternità precoce: Aaron Taylor-Johnson è già padre di quattro figlie

Malgrado la giovane età, Aaron è già padre di quattro figlie. Due sono nate dal matrimonio con Sam: Wylda Rae, nel 2010, e Romy Hero, nel 2012. Le altre due, più grandi, sono figlie di Sam da una precedente relazione, ma Aaron le ha sempre considerate parte integrante della sua famiglia, crescendo tutte insieme in un ambiente intimo e protetto.

3. Giovane prodigio: attore da quando aveva sei anni

Aaron Taylor-Johnson - Cinematographe.it

Se oggi Aaron è un volto familiare nel cinema internazionale, è anche perché ha cominciato molto presto. La sua prima apparizione risale a quando aveva appena sei anni, in spot pubblicitari e piccoli ruoli teatrali. A 15 anni, decide di lasciare la scuola per dedicarsi a tempo pieno alla recitazione: una scelta rischiosa, ma che si rivelerà vincente. Nel 2009 arriva il primo vero exploit con Nowhere Boy, in cui interpreta un giovane John Lennon. Un ruolo studiato con rigore: impara a suonare la chitarra, guarda ore di video e interviste, si immerge nella Liverpool degli anni ’50. La critica lo nota, il pubblico lo apprezza e la sua carriera prende una direzione ben precisa. Da quel momento in poi, Aaron costruisce un percorso solido, diviso tra cinema indipendente e grandi franchise.

4. Aaron Taylor-Johnson: da Kick-Ass ad Anna Karenina, dal ruolo negli Avengers a Bullet Train: un attore camaleontico tra azione e romanticismo

Uno degli aspetti più affascinanti di Aaron Taylor-Johnson è la sua capacità di reinventarsi. Dopo Nowhere Boy, la consacrazione pop arriva con Kick-Ass (2010), in cui interpreta un adolescente senza superpoteri che decide di diventare un supereroe. Il successo del film è travolgente, e Aaron viene catapultato nel mondo dei blockbuster. Lo troviamo poi in Godzilla (2014), dove recita accanto a Bryan Cranston ed Elizabeth Olsen – con cui, curiosamente, interpreta prima una coppia sposata e poi fratello e sorella nel successivo Avengers: Age of Ultron (2015), dove veste i panni di Quicksilver/Pietro Maximoff. Un personaggio che richiede fisicità, ma anche emotività, e che rafforza ulteriormente la sua credibilità all’interno dell’universo Marvel. Nel 2012 torna al cinema in costume con Anna Karenina, diretto da Joe Wright. Nel ruolo del conte Vronskij, amante tormentato e passionale di Anna (Keira Knightley), Aaron mostra un lato romantico e teatrale, perfettamente in linea con il rigore estetico e drammatico della pellicola. Ancora una volta, dimostra di poter passare da ruoli d’azione ad atmosfere d’epoca senza perdere autenticità. Infine, nel 2022, conquista il pubblico in Bullet Train, accanto a Brad Pitt. Il suo personaggio, Tangerine, è un sicario ironico e imprevedibile: un mix di sarcasmo, violenza e carisma che lo rende una delle sorprese più riuscite del film.

5. Riconoscimenti e premi: talento certificato anche dalla critica

Aaron Taylor-Johnson - Cinematographe.it

Nonostante la sua giovane età, Aaron Taylor-Johnson ha già ottenuto importanti riconoscimenti nel mondo del cinema. La sua interpretazione in Animali notturni (2016), il thriller psicologico diretto da Tom Ford, gli è valsa il Golden Globe come Miglior attore non protagonista. Una vittoria sorprendente ma meritatissima, che ha messo in luce la sua capacità di calarsi in personaggi complessi e disturbanti. Lo stesso ruolo gli ha fruttato anche una nomination ai BAFTA Awards e numerose lodi da parte della critica internazionale, che ha sottolineato la sua capacità di sparire nel personaggio e rendere credibile una figura inquietante e disturbata. Questo premio ha segnato un punto di svolta nella sua carriera: da giovane talento promettente a vero e proprio attore riconosciuto, anche nei circuiti più esigenti del cinema d’autore. Sebbene Aaron non abbia mai cercato l’approvazione dell’industria a tutti i costi, i suoi successi dimostrano che il riconoscimento può arrivare anche restando coerenti con le proprie scelte artistiche.

6. Aaron Taylor-Johnson come 007? I rumor su James Bond e i dubbi sul futuro

Negli ultimi anni, il nome di Aaron Taylor-Johnson è circolato con insistenza tra i candidati al ruolo di James Bond, ma la sua agenda sempre più fitta potrebbe rappresentare un ostacolo concreto. L’attore è infatti protagonista del prossimo film Marvel Kraven the Hunter, e se il progetto avrà successo, è probabile che venga coinvolto in sequel e altri impegni a lungo termine, limitando la disponibilità per un franchise impegnativo come quello di 007. Anche se alcuni fan sperano in una partecipazione “breve” – come accaduto per altri attori nella storia della saga – la tradizione vuole che chi interpreta Bond si dedichi completamente al personaggio per diversi anni. In un panorama competitivo e incerto, le possibilità che Aaron indossi lo smoking dell’agente segreto si fanno quindi sempre più sottili, anche se nulla è stato ancora confermato ufficialmente.