Whispering Willows: un omaggio ai grandi classici horror

Qual’è la stagione migliore per un classico horror d’annata? Uno di quelli che richiedono a gran voce la sospensione dell’incredulità per essere goduti fino in fondo? Ed è proprio in estate, il periodo più sonnacchioso per l’industria videoludica, che si affaccia questo piccolo gioiellino: Whispering Willows è un chiaro omaggio al passato. Ai film horror anni ’80, quelli di Zio Tibia, per intenderci; ma è anche un omaggio ai videogiochi classici del medesimo periodo: quando a cavallo tra i due decenni il mercato dei videogames iniziava a mostrare i primi ampi segni di maturità e si affacciavano al mercato titoli del calibro di Monkey Island.

Whispering Willows: un omaggio ai classici film horror 

Non siamo a quei livelli, certo, ma c’è molto più di quanto non possa apparire ad un primo sguardo. La trama è, ancora, un chiaro omaggio ai grandi classici del brivido: Elena è una bambina con il dono del terzo occhio (o se volete della “vista”) che abbandona la sicurezza della propria camera da letto per mettersi alla ricerca del padre scomparso. Inizia quindi una discesa verso un mondo popolato da spettri e mostri d’ogni sorta, dove gli spiriti del titolo sussurrano nell’ombra alla ricerca di una pace che non sono riusciti ad ottenere dopo la morte.

Per comunicare con loro, la giovane protagonista può proiettare lo spirito che alberga dentro di sé nel mondo delle ombre. Guidando lo spirito, poi, si potrà interagire sia con gli altri fantasmi, sia con i numerosi enigmi ambientali, e aprire così una strada bloccata, o recuperare una chiave o una pagina di diario smarrita.

Il gioco ricorda molto da vicino le vecchie avventura punta e clicca che affollavano il mercato dell’Amiga: lo scopo è quello di esplorare, cercare, risolvere enigmi, trovare e consegnare oggetti. Ogni azione ha lo scopo di avanzare un po’ di più all’interno della trama, per poi bloccarsi subito dopo fino al momento in cui non si sarà trovato il nuovo oggetto necessario a procedere.

A spezzare la routine ci sono momenti di pericolo, durante i quali mostri e demoni cercano di uccidere la protagonista e l’unica possibilità di salvezza è una rapida fuga verso un’area più sicura.

Whispering Willows offre un livello di sfida piuttosto contenuto con enigmi abbordabili anche da giocatori non hard core. A complicare un po’ le cose c’è l’effetto labirintico: l’esplorazione è totalmente bidimensionale, ma ci sono passaggi per accedere a diverse aree di gioco (un altro piano di una casa, un giardino, le catacombe e così via…), un po’ come accadeva nei primissimi adventure game. A fronte di questo, però, bisogna rimarcare che il gioco ha il pregio di narrare una bellissima storia, completa il tutto uno splendido comparto sonoro e una grafica curata nei dettagli, il tutto per regalare un livello di immersività alto e avvolgente.

Forse non è un gioco per tutti, ma chi ha visto nascere l’alba dei videogiochi non può che affrontare le due ore necessarie per finirlo con una punta di nostalgia. Un bel regalo per gamer attempati e amanti dei puzzle game. Un’esperienza catalizzante che fa scorrere piccoli brividi lungo la schiena, come quando ci si sedeva attorno al fuoco e si raccontavano storie di fantasmi prima di rifugiarsi nelle tende.