Weinstein: la procura di Manhattan chiede un nuovo processo per il produttore cinematografico

Dal canto suo, la difesa di Weinstein, guidata dall’avvocato Arthur Aidala, ha annunciato che intende presentare un appello

La procura di Manhattan ha annunciato l’intenzione di riprocessare Harvey Weinstein per l’accusa di stupro, in seguito all’annullamento del verdetto precedente da parte del giudice Curtis Farber. La decisione arriva dopo che la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto unanime in merito all’imputazione riguardante l’aspirante attrice Jessica Mann, che aveva testimoniato nel primo processo del 2020.

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Il procuratore distrettuale Alvin Bragg ha dichiarato che la nuova richiesta di processo è motivata dal desiderio di ottenere giustizia per la Mann, affermando: “Sono in gioco le sopravvissute. Harvey Weinstein sarà ritenuto responsabile per quel che ha fatto a Miriam Haley e affronterà una pena detentiva molto significativa. Ma la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto per quanto riguarda la Mann, e lei lo merita”.

La Mann ha espresso pubblicamente il suo sostegno all’iniziativa della procura, sottolineando la sua disponibilità ad affrontare un nuovo processo: “Non smetterò mai di lottare per me stessa e per far sì che la mia voce e la verità vengano ascoltate. Oggi non è la fine della mia battaglia”.

La condanna per atti sessuali criminali relativa alla testimonianza di Miriam Haley resta valida, trattandosi di un reato più grave dello stupro di terzo grado e punibile con una pena fino a 25 anni di reclusione. Tuttavia, la sentenza per stupro e aggressione sessuale emessa nel 2020 è stata annullata nell’aprile 2024 dalla Corte d’Appello, che ha giudicato impropria l’ammissione di alcune testimonianze non direttamente pertinenti al caso.

Dal canto suo, la difesa di Weinstein, guidata dall’avvocato Arthur Aidala, ha annunciato che intende presentare un appello contro la condanna attuale. Aidala ha anche chiesto al giudice di convocare nuovamente la giuria per chiarire eventuali pressioni o intimidazioni avvenute durante le deliberazioni.

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