Weapons trionfa e già si pensa a un prequel
Zach Cregger è il regista del momento.
Il trionfo al botteghino di Weapons ha sancito, senza ombra di dubbio, l’ascesa definitiva di Zach Cregger nell’élite dei registi hollywoodiani più corteggiati. Con un incasso di 43 milioni di dollari nel weekend di apertura negli Stati Uniti – superando di oltre 10 milioni le previsioni – e un totale globale già a quota 83 milioni, l’horror vietato ai minori prodotto da Warner Bros. e New Line si candida a replicare, se non a superare, il fenomeno di Scappa – Get Out di Jordan Peele. Un exploit che, in un momento di fisiologico rallentamento del cinema horror in sala, assume il peso di un evento.

Non stupisce, quindi, che gli studios stiano già pianificando il futuro del brand. Secondo fonti vicine alla produzione, Warner e New Line avrebbero avviato conversazioni informali con Cregger per realizzare un prequel dedicato alle origini di Gladys, la misteriosa zia la cui improvvisa comparsa rappresenta uno snodo cruciale della trama. Un segmento di storia che, curiosamente, era già stato concepito come capitolo autonomo nella sceneggiatura originale, salvo poi essere sacrificato per ragioni di ritmo e durata. Ora, forte della domanda del pubblico e dell’hype critico, quell’elemento narrativo potrebbe trasformarsi in un’opera a sé stante.
Tuttavia, l’agenda di Cregger è tutt’altro che libera. Il regista si trova a Praga per la pre-produzione del reboot di Resident Evil targato Columbia Pictures, progetto da 20 milioni di dollari che sancirà la sua prima incursione in un franchise di respiro globale. L’uscita è fissata per il 18 settembre 2026, e fino ad allora sarà difficile prevedere uno slot concreto per il prequel di Weapons. Parallelamente, sul tavolo ci sono Henchman, potenziale titolo per i DC Studios, e Flood, sceneggiatura di fantascienza già completata.
Il rapporto con Warner Bros., cementato dalla rapida acquisizione di Weapons nel 2023 – in una mossa lampo orchestrata dal co-CEO Michael De Luca – lascia presagire che qualunque nuovo progetto di Cregger possa, in ultima analisi, trovare casa nello stesso studio. Un legame strategico che, unito alla capacità del regista di coniugare tensione, struttura episodica e scrittura di personaggi memorabili, potrebbe assicurargli una posizione dominante nel panorama del cinema di genere nei prossimi anni.
La vera incognita, come lo stesso Cregger ammette, è l’imprevedibilità dell’industria: “Tutto può cambiare in un istante. Dall’altra parte di Resident Evil, potrei non essere in grado di fare nulla”. Parole caute, certo, ma dietro le quinte di Hollywood l’impressione è un’altra: quella di un autore con la penna in mano e carta bianca davanti.
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