Vittoria Puccini e il matrimonio con Fabrizio Lucci dopo la rottura con Alessandro Preziosi: “nostra figlia Elena ci ha protetti”
Nel corso dell’intervista, l’attrice è tornata anche sulla sua passata relazione con Alessandro Preziosi
Vittoria Puccini ha parlato in un’intervista al settimanale F del suo imminente matrimonio con Fabrizio Lucci, direttore della fotografia e suo compagno dal 2013. Dopo oltre un decennio insieme, la coppia ha deciso di convolare a nozze, anche se i dettagli dell’evento non sono ancora stati definiti. “Non abbiamo fissato né organizzato nulla”, ha dichiarato l’attrice, spiegando che potrebbe trattarsi sia di una cerimonia privata che di una festa con più invitati, mantenendo un approccio aperto e spontaneo: “Come sempre, per me, quello che arriverà arriverà”.

Reduce dal ruolo di Maria nella serie Belcanto, Vittoria Puccini ha anche riflettuto sul desiderio, mai concretizzato, di avere un altro figlio. “Il pensiero l’ho accarezzato”, ha ammesso, riconoscendo che i cambiamenti vissuti negli ultimi anni hanno influenzato questa scelta. Un desiderio che, col tempo, è rimasto in sospeso e che oggi potrebbe essere vissuto come un rimpianto.
Nel corso dell’intervista, l’attrice è tornata anche sulla sua passata relazione con Alessandro Preziosi, con cui ha condiviso non solo una storia d’amore molto seguita dal pubblico, nata sul set della fiction Elisa di Rivombrosa, ma anche la genitorialità della figlia Elena. Pur riconoscendo di aver sofferto profondamente per la fine del rapporto, Vittoria Puccini ha sottolineato il ruolo centrale della figlia come elemento di stabilità: “Elena veniva prima dei nostri problemi e ci ha impedito di farci del male”. Un equilibrio fragile, ma salvifico, che ha preservato il rispetto tra due genitori un tempo uniti anche nella vita privata.
Infine, l’attrice ha condiviso un aneddoto personale del passato: “Convivevo con una persona, ci siamo lasciati e ho portato via tutto quello che c’era in casa, in modo compulsivo, senza senso. In quel momento era come se non ragionassi”. Un comportamento di cui, oggi, si dice pentita, guardando a quelle esperienze giovanili con maggiore lucidità.
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