Una battaglia dopo l’altra: Paul Thomas Anderson ha infranto una delle sue regole
Paul Thomas Anderson ha infranto una sua regola per girare una scena di Una battaglia dopo l'altra
Paul Thomas Anderson continua a dimostrare di essere uno dei pochi registi capaci di coniugare visione autoriale e narrazione classica senza cadere nella trappola dell’esercizio di stile. Con One Battle After Another (Una battaglia dopo l’altra), il cineasta californiano firma un film che guarda con rispetto alla Hollywood di una volta, quella delle inquadrature limpide e della costruzione narrativa solida, ma che allo stesso tempo sa parlare con forza al pubblico contemporaneo.

In un intervento a New York, riportato da SlashFilm, Anderson ha spiegato la sua filosofia per questo progetto imponente, che dura quasi tre ore e intreccia storie e conflitti in un racconto corale. “Non siate troppo raffinati, non siate troppo esigenti. Scattate foto che raccontino una storia, perché c’è così tanto da raccontare. Non c’è spazio per abbellimenti o zucchero a velo; deve essere molto economico”, ha dichiarato. Un principio semplice, quasi vecchio stampo, che però raramente trova applicazione nei blockbuster moderni, spesso ingolfati da virtuosismi fini a se stessi.
Anderson non rinuncia tuttavia alla potenza delle immagini quando la storia lo richiede. Un esempio emblematico è la scena dello scontro tra Willa (Chase Infiniti) e il Colonnello Lockjaw (Sean Penn) nella cappella delle Suore del Castoro Coraggioso. Qui il regista abbandona per un attimo la sobrietà per costruire un momento visivo di grande impatto: inquadrature dall’alto, scale riprese come quinte teatrali, una composizione solenne che trasforma il duello in un climax cinematografico degno dei classici. “Si approfitta di quei momenti quando arrivano, ma si cerca di non farci troppo affidamento”, ha spiegato.
È proprio questa alternanza calibrata fra rigore e grandiosità a dare forza al film. Anderson costruisce la tensione visiva dosandola con maestria, così che ogni picco emozionale risuoni davvero. In questo senso, One Battle After Another è un tributo alla New Hollywood degli anni Sessanta e Settanta: si percepiscono le influenze nei ritmi, nelle scene di inseguimento, nell’aria rivoluzionaria che attraversa la storia. Ma non si tratta di nostalgia sterile: Anderson fa dialogare passato e presente, mostrando che la vera modernità spesso nasce dal rispetto delle fondamenta.
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