Tim Roth e quel film profetico sulla morte del figlio: “mi ha aiutato a prepararmi al lutto”
Sul set viveva un lutto immaginario. Poco dopo, è diventato reale. Ora Tim Roth racconta la ferita più grande.
Perdere un figlio è qualcosa che nessun genitore dovrebbe vivere. Eppure, per Tim Roth è stato un colpo doppio: prima sul set, poi nella vita. Mentre girava Poison, un film che racconta proprio la perdita e il lutto, suo figlio Cormac stava davvero morendo. Aveva solo 25 anni e un tumore rarissimo. È morto nell’ottobre del 2022, poco dopo la fine delle riprese.
Tim Roth: la drammatica profezia

Roth ne ha parlato in un’intervista al Guardian, con una lucidità che colpisce. “Il film parlava di questo. Ora, per noi, è diventato qualcosa di profondamente personale”. Durante le riprese, Cormac era ancora in vita, e fu proprio lui a spingere il padre ad accettare quel ruolo: “Non era preoccupato. Penso volesse anche un po’ liberarsi di me. Ma gli avevo chiesto il permesso. Se mi avesse detto di restare, non sarei mai partito”.
Girare Poison è stato devastante. Molte scene sono ambientate in un cimitero, e Tim Roth, pur cercando di restare positivo, sentiva il peso di ciò che lo aspettava. “Giravamo in un cimitero, ma io provavo a sperare ancora. Cercavamo di pensare positivo, perché Cormac era con noi”.

Il film è tratto da un’opera teatrale dell’olandese Lot Vekemans e racconta il dolore di due genitori che non riescono a condividere il lutto. Un’esperienza che, per Roth, ha finito per specchiarsi nella realtà. “Ognuno vive il dolore a modo suo. Non esiste una formula. Se esistesse, l’avremmo già trovata”.
Anche la regista, Désirée Nosbusch, si è posta delle domande quando è arrivata la notizia della morte di Cormac: “Mi sono chiesta se il film avesse portato sfortuna”. Ma è stato Roth a tranquillizzarla: “Nessun rimpianto. In un certo senso, girarlo mi ha aiutato a prepararmi“. Un film, un dolore vero, e un addio troppo precoce. Ma anche la forza di affrontarlo, occhi negli occhi.