Thunderbolts*, il clamoroso fallimento in Cina conferma un dato catastrofico per la Marvel
Il gigante asiatico volta le spalle a Hollywood
C’era una volta Hollywood che guardava alla Cina come al suo Eldorado. Un mercato in espansione, un pubblico affamato di spettacolo e blockbuster, un futuro che sembrava scritto a suon di miliardi di yuan. Ma quel tempo sembra ormai appartenere al passato. A dimostrarlo è il clamoroso flop di Thunderbolts, il nuovo film Marvel, che in Cina ha registrato il peggior debutto per un titolo dello studio dal 2011: appena 18 milioni di yuan (circa 2,5 milioni di dollari) nel primo giorno. Numeri da capogiro… ma in negativo.
Hollywood e Cina: fine di una storia d’amore? Thunderbolts segna un punto di non ritorno

Il successo di Pacific Rim in Cina fu tale da giustificare un sequel che altrimenti non avrebbe mai visto la luce. All’epoca, l’entusiasmo del pubblico cinese per i film statunitensi pareva inarrestabile. Avengers: Endgame, nel 2019, ha incassato 4,25 miliardi di yuan, rimanendo nella top 10 di tutti i tempi. Eppure, proprio Endgame rappresenta anche l’apice di un’era che oggi appare irripetibile. Thunderbolts non è un caso isolato: Captain America: Brave New World si è fermato a 14,3 milioni di dollari, Black Panther: Wakanda Forever ha debuttato con 21 milioni nonostante mesi di ritardo, e i sette film Marvel usciti dopo la pandemia hanno raccolto complessivamente 258 milioni di yuan – meno del solo Spider-Man: Far From Home nel 2019 (248 milioni al debutto).
Un cambiamento generazionale e culturale
Il pubblico cinese è cambiato. Non si tratta solo di numeri, ma di gusti e percezioni. Un uomo di 49 anni ha riassunto il sentimento con una frase amara ma significativa: “Mi mancano i tempi in cui si potevano vedere al cinema meravigliosi film di Hollywood come Titanic, Speed, True Lies e Iron Man. Le nuove generazioni non vedono Hollywood con gli stessi occhi.” Complice la pandemia, ma anche un mutato panorama culturale, le produzioni locali hanno conquistato il cuore degli spettatori. Film come Ne Zha e The Wandering Earth hanno superato giganti americani, mentre Ne Zha 2 ha recentemente stabilito nuovi record. E nel 2023, nessun film hollywoodiano è riuscito a entrare nella top 10 del botteghino cinese.
La decisione della China Film Administration di ridurre il numero di film statunitensi distribuiti nel Paese sembra suggellare la fine di un’epoca. Un tempo questa misura avrebbe scatenato polemiche e accuse politiche – e in parte lo è stata, in risposta alla guerra commerciale avviata da Donald Trump – ma oggi riflette anche un mutato interesse del pubblico cinese. Persino saghe un tempo potentissime stanno perdendo colpi: Fast & Furious 10 ha incassato 139,5 milioni di dollari, meno della metà rispetto al picco raggiunto dal capitolo 8 nel 2017 (392,8 milioni). L’eccezione che conferma la regola è Avatar: Il senso dell’acqua, che ha guadagnato quasi 246 milioni, ma è chiaro che si tratta di fenomeni isolati.
Hollywood dovrà presto accettare che la Cina non è più il suo mercato internazionale più redditizio. Il sorpasso da parte del cinema locale è ormai evidente, e la possibilità che un film cinese diventi il maggiore incasso di tutti i tempi solo grazie al mercato interno non è più così remota. Restano le eccezioni – Avatar 3, Alien: Romulus, Godzilla e Kong – ma sono sempre più rare. Per l’industria americana è il momento di ripensare strategie, storie e approcci. Perché se una volta Hollywood era sinonimo di cinema, oggi, almeno in Cina, non lo è più.
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