The Suicide Squad: James Gunn difende il race-bending di alcuni personaggi

"Non è solo una questione di colore della pelle". James Gunn difende i suoi colleghi sulla scelta del race-bending.

Il regista di The Suicide Squad, James Gunn, scende in campo per difendere colleghi come David Ayer e Jon Watts, i quali hanno deciso di attuare il race-bending per alcuni personaggi

Nonostante sia impegnato nella fase di post-produzione di The Suicide Squad, James Gunn ha tempo di rispondere a qualche commento qua e là sui social. Un utente, infatti, ha voluto delle delucidazioni sul perché molti registi decidono di cambiare etnia a molti supereroi, rispetto a quella originale dei fumetti.

The Suicide Squad - Cinematographe.it

The Suicide Squad: James Gunn difende il race-bending di alcuni personaggi

L’esempio sotto gli occhi di tutti è Deadshot, bianco nelle storie a fumetti e poi interpretato da Will Smith in Suicide Squad, attore afroamericano. Il regista ha risposto che non è una questione tanto di colore della pelle, ma piuttosto nello scegliere un determinato attore con delle determinate caratteristiche:

Di nuovo, è piuttosto semplice: le persone non girano film su supereroi sconosciuti. Inoltre, è intrinsecamente discriminatorio pensare che ciò che rende personaggio un personaggio sia la sua etnia e non la sua personalità. Che cos’è, se non razzismo, se David Ayer per aver scelto Will Smith e Jon Watts per aver scelto Zendaya per il ruolo di MJ abbiano ricevuto me**a migliaia di volte per quelle scelte rispetto a me per aver reso Drax e Mantis alieni invece che umani in Guardiani?

Un ragionamento che non fa un grinza. Insomma, gioco, partita ed incontro per James Gunn.