The Idol e la reazione di Johnny Depp alla serie “vietata ai minori” con la figlia Lily-Rose

Ecco come Johnny Depp ha reagito al lavoro della figlia nel provocatorio The Idol, la serie HBO che sta scandalizzando il pubblico.

“Cosa ne penserà suo padre?” si chiedono le persone (in modo piuttosto misogino) quando vedono Lily-Rose Depp in The Idol. Ora il papà ha risposto.

The Idol è la nuova serie HBO Max che sta generando un bel po’ di dibattito. Le scene più controverse sono quelle che romanticizzano la malattia mentale e idealizzano la cultura dello stupro, tra le altre cose, in una serie creata per provocazione. Lily-Rose Depp, la figlia di Johnny Depp, è al centro dell’attenzione al fianco di The Weeknd nella nuova serie di Sam Levinson, il creatore di Euphoria, e suo padre ha voluto commentare il suo lavoro, orgoglioso che lei segua le sue orme nell’industria.

La controversa serie The Idol in Italia è un’esclusiva Sky e NOW

Il Daily Mail ha rivelato – grazie a una fonte vicina all’attore – che “Johnny ama il fatto che Lily stia forgiando la propria carriera e sfidando se stessa ad assumere ruoli che la interessano e la mettono alla prova. Adora essere se stessa e diventare l’attrice di se stessa. Non sta basando la sua carriera sul suo successo. Adora il fatto che sia una persona così forte, soprattutto ora che ha ricevuto più attenzione con il suo recente ruolo in The Idol. È orgoglioso di lei e non si presta al dibattito e al dramma extra che derivano dal ruolo”.

Con le sue scene di sesso The Idol ha varcato diversi limiti che, raramente, erano stati varcati in televisione, ma la polemica circa la serie arriva fin prima della sua premiere, dopo che Rolling Stone ha pubblicato un articolo in cui denunciava che la realizzazione della serie era stata disastrosa e che era stata girata come un “torture porn”.

La stessa Lily-Rose Depp è dovuta intervenire in difesa di Levinson e Abel Tesfaye (il cantante noto come The Weeknd, co-protagonista e co-creatore della serie) dopo la proiezione del pilot al Festival di Cannes. “Sam è, per molte ragioni, il miglior regista con cui abbia mai lavorato. Non mi sono mai sentita così supportata e rispettata in uno spazio creativo, né ho sentito che i miei contributi e le mie opinioni fossero così apprezzati. Lavorare con Sam è una vera collaborazione sotto ogni punto di vista: a lui importa, più di ogni altra cosa, non solo quello che i suoi attori pensano del lavoro, ma anche come ci sentiamo nel recitarlo. Assume persone di cui apprezza il lavoro e ha sempre creato un ambiente in cui mi sento vista, ascoltata e apprezzata”.