The Birth of a Nation: le controversie legate alla pellicola di Nate Parker

The Birth of a Nation (recensione), pellicola che racconta la rivolta degli schiavi nell’America pre-Guerra Civile, e le violenze e oppressioni subite dagli afroamericani, ha segnato il debutto alla regia dell’attore Nate Parker.

Quest’ultimo, infatti, interpreta uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto del 1831. Il film è composto da un cast corale che comprende Armie Hammer, Aja Naomi KingJackie Earle Haley, Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

Uscito all’apice del movimento Black Lives Matter,  il film è stato accolto in maniera molto positiva allo scorso Sundance Film Festival ma non sono mancate le controversie legate alla produzione, in particolare una forte accusa di stupro contro l’attore, risalente al 2001.

The Birth of a Nation – le controversie legate alla pellicola

Nate Parker, infatti, ed il co-sceneggiatore della pellicola Jean Celestin, all’epoca suo compagno di college, furono accusati di violenza sessuale ai suoi danni, da parte di una donna, ma furono poi assolti perchè il caso non sussisteva, a detta dei giudici.

Quest’ultima si è poi tolta la vita nel 2012, dopo un lungo periodo di depressione, e la storia è stata accantonata. Nate è sempre rimasto molto vago a riguardo e non sappiamo se il riaffacciarsi di questa vicenda possa minare la sua candidatura agli Oscar.

Turner era considerato un personaggio troppo controverso – dopo tutto, è stato responsabile della morte di decine di benestanti proprietari terrieri bianchi. A fine 2013, dopo aver terminato le riprese di Beyond the Lights – Trova la tua voce, ha detto ai suoi agenti che non avrebbe accettato altri ruoli fino a che il film su Nat Turner non sarebbe terminato. Ha investito personalmente 100.000 dollari per assumere uno scenografo e per pagare esperti locali a Savannah, in Georgia.

Parker ha incontrato vari finanziatori, e i primi ad investire nel film sono stati i giocatori di basket Michael Finley (che aveva già prodotto il film The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca) e Tony Parker. Parker alla fine ha riunito unici gruppi di investitori per finanziare il 60 per cento del budget di produzione di 10 milioni di dollari, e il produttore Aaron L. Gilbert attraverso la sua casa di produzione Bron Studios ha finanziato il restante 40 per cento.

Il titolo della pellicola, di cui potete leggere qui la nostra recensione, è un chiaro riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di una nazione (The Birth of a Nation), che glorifica il Ku Klux Klan. La pellicola è stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il premio del pubblico e il gran premio della giuria.