Terminator Genisys: esiste un futuro per il franchise?

A quanto pare, il “vecchio, ma non obsoleto” T-800 interpretato dall’ex-senatore della California Arnold Schwarzenegger, potrebbe non tornare a vestire i panni della sua iconica figura in Terminator Genisys. Morale della favola: Terminator non “tornerà” o, quantomeno, non tornerà presto sugli schermi di tutto il mondo. A rivelarlo è l’amministratore delegato di Skydance Productions, David Ellison (Mission: Impossible – Rogue Nation), dalle prestigiose colonne dell’Hollywood Reporter: l’indecorosa performance al box-office dell’ultimo capitolo della saga, quel Terminator Genisys (reboot? Sequel? Reboot-quel?) che nelle mani del veterano del piccolo schermo Alan Taylor (I Soprano, Il Trono di Spade) avrebbe dovuto dare nuovo linfa al franchise e rilanciarlo per le nuove generazioni, ha fatto ricredere gli executives coinvolti nella nuova trilogia sull’effettivo potenziale del reboot, condannando i due sequel che  inizialmente erano stati previsti al baratro di una “pausa a tempo indeterminato”.

Terminator: fino a quando i sequel saranno in standby?

Nelle intenzioni del team di Ellison, la nuova trilogia avrebbe dovuto essere strutturata in modo più organico, “consapevole” e narrativamente coeso che nei capitoli precedenti, sul modello del Marvel Cinematic Universe, ma dopo il debole impatto commerciale di Terminator Genysis, che è a malapena riuscito a rientrare dei costi di produzione nella distribuzione mondiale, la decisione è stata subito quella di “congelare” la saga per evitare ulteriori perdite. In altre parole, il franchise è  a un punto morto, almeno fino a quando Hollywood non deciderà di lucidarne il cranio metallico e “resuscitarne” l’intramontabile carisma per un nuovo reboot. Il curriculum di Ellison come produttore difficilmente ne risentirà, avendo nel proprio roster produttivo pellicole di grande successo commerciale e di critica come Star Trek Into Darkness, gli ultimi due capitoli di Mission: Impossible e l’acclamato “western d’autore” True Grit con Jeff Bridges.

Fonte: Latino Review