Susanna Tamaro e le serie conseguenze di una caduta provocata dal sonnambulismo: “potevo morire”

La scrittrice ha raccontato con ironia e umorismo la vicenda, ringraziando di essere ancora tutta intera, nonostante le fratture.

Susanna Tamaro è una notta scrittrice italiana nata in particolare il 12 dicembre 1957: stiamo parlando, nello specifico, di un’artista che nasce da una famiglia borghese triestina con un fratello maggiore Stefano e uno minore, Lorenzo con la madre di origine ebraica. Detto questo, lei è anche una lontana parente di Italo Svevo oltre ad essere bisnipote dello storico Attilio Tamaro, quindi possiamo dire che ha la scrittura nel sangue. Dopo il diploma magistrale, inizia a frequentare, grazie ad una borsa di studio, il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, che la porta a lavorare nella Capitale come aiuto regista anche se, in breve tempo, si rende conto che la sua strada designata è quella della letteratura. Nel 1989 pubblica il suo primo romanzo, La testa fra le nuvole che sancisce il suo ingresso in questo mondo.

Susanna Tamaro ha passato delle feste un po’ burrascose

Susanna Tamaro - Cinematographe

Probabilmente, però, il romanzo più noto di Susanna Tamaro, pubblicato nel 1994, è Va’ dove ti porta il cuore, edito da Baldini & Castoldi. Nel corso del tempo, proprio l’artista ha sperimentato altri linguaggi, continuando però a militare attivamente nel mondo della letteratura. Ebbene, come riportato da Il Fatto Quotidiano, proprio la scrittrice è stata purtroppo vittima di un incidente domestico durante le feste che poteva concludersi in modo decisamente peggiore. L’autrice, sonnambula, è infatti precipitata per un piano di scale, riportando diverse fratture sul corpo e il risultato è stato un ingessamento del braccio, più la permanenza su una sedia a rotelle. Questi, poi, sono stati i suoi commenti direttamente dal suo profilo personale Facebook:

“Vi siete stupiti che non ho scritto niente nel periodo delle feste? Avevo già pensato a un post per il 19 dicembre, compleanno del mio avo Ettore Schmitz – meglio conosciuto come Italo Svevo – ma la notte del 18 ho avuto un bruttissimo incidente. In una crisi di sonnambulismo, infatti, ho fatto un piano di scale in volo. Che shock quando mi sono svegliata e ho capito che stavo volando senza sapere come atterrare. Eppure, già quando ero in ambulanza, non facevo altro che dirmi: come sono felice, come sono fortunata perché avrei potuto morire o rimanere paralizzata e invece sono ancora viva, pur con un po’ di fratture. Presto risorgerò!”

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