Stephen King ha parlato dei rischi legati alla scrittura da parte delle IA

Il famoso scrittore horror ha però anche spiegato che, per come è costruita in questo momento, l'Intelligenza Artificiale non può superare l'intelletto umano.

Stephen Edwin King è un famoso sceneggiatore e scrittore americano nativo di Portland, in particolare il 21 settembre 1947. Stiamo parlando di uno degli autori più prolifici della storia moderna che, durante il corso della sua carriera (ancora attiva) ha consegnato perlopiù libri di stampo horror, ma nel corso del tempo l’artista ha spaziato molto, cambiando anche media e generi, cercando sempre nuove sperimentazioni sul campo. Difficile riassumere, in pochissime righe, i grandi capolavori che l’uomo ha consegnato al pubblico tra Carrie (1977), Le notti di Salem (1979), Shining (1977), L’ombra dello scorpione (1983), Pet Sematary (1985), Il gioco di Gerald (1993), Il miglio verde (2000), Duma Key (2008) e molti altri ancora.

Stephen King ha esordito nel mondo della letteratura con Carrie (1974)

Stephen King - Cinematographe

Da artista di questo calibro, Stephen King ha sempre studiato il mondo dell’intrattenimento a 360 gradi, analizzando film, serie televisive, fumetti, cartoni animati. Una lavoro assolutamente necessario e perfettamente coerente con il suo mestiere di narratore. Tra l’altro, in una recente intervista con Rolling Stone, proprio lo scrittore si è espresso riguardo i rischi dietro la scrittura di sceneggiature ad opera dell’Intelligenza Artificiale. Per quanto l’autore ha sottolineato tale rischio concreto, ha anche spiegato che siamo ancora molto lontani dal momento in cui l’ingegno artificiale può superare quello umano.

“Bene, lasciatemi solo dire che capisco le preoccupazioni sull’intelligenza artificiale applicata agli sceneggiatori e agli scrittori che sono coinvolti nella scrittura per la TV. C’è questa paura. Penso che questa sia una paura inespressa, che l’intelligenza artificiale abbia sempre scritto sitcom e anche alcune serie drammatiche, perché sono piuttosto stereotipate. Sono carini in base ai numeri… Ma per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e libri scritti dall’intelligenza artificiale, script scritti dall’intelligenza artificiale, cosa puoi fare al riguardo? Ma trovo molto, molto difficile credere che l’intelligenza artificiale – finché non raggiungerà la vera sensibilità, il che è ancora molto lontano – possa scrivere qualsiasi cosa. Ho letto poesie di AI che erano nello stile, diciamo, di William Blake, e hanno cose su Dio e cose sull’agnello e tutto il resto, ma non è la stessa cosa. Non si avvicina nemmeno lontanamente. È come la differenza tra laBudweiser e una birra generica. Quindi entrambe ti danno un po’ di formicolio, ma non è la stessa cosa”.

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