Snoop Dogg contro Disney: “Ho paura di portare i miei nipoti al cinema”

L'icona della musica non riesce a digerire la scelta di includere personaggi LGBTQ+ nei film destinati a un pubblico di giovanissimi.

Snoop Dogg, icona del rap americano e personaggio simbolo della cultura pop, è tornato a far discutere. Questa volta al centro delle sue dichiarazioni non ci sono musica, cannabis o rivalità artistiche, ma la Disney e la sua scelta di includere personaggi LGBTQ+ nei film destinati a un pubblico di giovanissimi.

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Ospite del podcast It’s Giving, il rapper ha raccontato di essersi sentito spiazzato durante la visione di Lightyear – La vera storia di Buzz, il film d’animazione del 2022 nato come spin-off di Toy Story. “Ho paura di andare al cinema”, ha detto senza mezzi termini, spiegando che non si aspettava di dover affrontare con il nipote una discussione su tematiche legate all’omosessualità e alla genitorialità omogenitoriale.

La scena incriminata riguarda il personaggio di Alisha Hawthorne, amica e collega di Buzz Lightyear, che nel corso del film viene mostrata mentre cresce una famiglia insieme alla compagna Kiko. Un dettaglio che ha fatto scalpore già prima dell’uscita della pellicola, perché segna la prima rappresentazione esplicita di un amore omosessuale all’interno di un film Disney-Pixar. La sequenza include anche un bacio tra le due donne, momentaneamente rimosso dalla versione finale e poi reinserito dopo le proteste interne degli animatori.

Snoop Dogg ha ricordato l’imbarazzo provato quando suo nipote, seduto accanto a lui, ha chiesto spiegazioni: “Mi ha guardato e ha detto: ‘Papà Snoop, come fanno due donne ad avere un bambino?’. E io non avevo una risposta pronta. Non sono venuto al cinema per questo, volevo solo vedere un film”. Il rapper ha aggiunto che l’esperienza lo ha “sconvolto”, al punto da non sentirsi più sereno a portare i bambini a vedere le nuove produzioni animate.

Lightyear - La vera storia di Buzz, Cinematographe.it
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Le parole dell’artista hanno suscitato immediate polemiche. Non solo perché arrivano in un momento storico in cui la rappresentazione delle diversità è al centro del dibattito culturale, ma anche perché Snoop Dogg non è nuovo a dichiarazioni controverse. In passato era già stato accusato di omofobia e transfobia: nel 2015 definì Caitlyn Jenner “un progetto scientifico”, mentre anni prima aveva usato insulti omofobi in alcuni post sui social.

Ora, le sue uscite rischiano di avere conseguenze concrete anche sul piano professionale. Alcune associazioni hanno chiesto che venga sostituito come headliner dell’imminente finale dell’Australian Football League, sostenendo che certe posizioni non siano compatibili con un evento che mira a celebrare inclusione e sportività.

L’impressione è che le dichiarazioni di Snoop Dogg non resteranno un semplice sfogo, ma finiranno per riaccendere il dibattito – in America e non solo – sull’opportunità di proporre ai bambini storie che rispecchino la varietà delle famiglie contemporanee. Un tema che, tra botteghini e podcast, sembra destinato a dividere ancora a lungo.

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