Sette minuti dopo la mezzanotte e Lewis MacDougall: ecco il segreto della scena finale del film

Il profondo significato dello straordinario e struggente film di Juan Antonio Bayona

Sette minuti dopo la mezzanotte, diretto da Juan Antonio Bayona, è forse uno dei film più commoventi mai realizzati sul tema della malattia. Considerando il genere del fantastico e che si tratta di una fiaba, una favola per adulti: dalle iniziali spaventose sembianze del mostro allo struggente finale. Uscito nel 2016 ha nel cast il giovanissimo Lewis MacDougall, Felicity Jones, Sigourney Weaver e la voce di Liam Neeson. Basato sul romanzo, vincitore di numerosi premi, tra cui quello di Miglior libro per bambini, dal titolo omonimo, di Patrick Nees, racconta la storia di Conor, un ragazzino alle prese con una vita difficile: sua madre è malata terminale di cancro, suo padre si è rifatto una famiglia altrove, ha un difficile rapporto con la nonna che tenta di prendersi cura di lui, e a scuola, i suoi compagni, pur conoscendo al sua situazione, lo prendono spesso in giro. Ma un giorno Conor viene avvicinato da un grande albero dalle sembianze semi-umane che, a distanza di settimane, gli racconta 3 storie, visitandolo sempre “sette minuti dopo la mezzanotte“. In cambio di queste 3 storie, Conor gliene dovrà racconta una quarta, che sarà la sua verità.

Il significato del finale di Sette minuti dopo la mezzanotte

Sette minuti dopo la mezzanotte_Cinematographe.it

Sette minuti dopo la mezzanotte, oltre a far piangere spettatori in sala e telespettatori a casa, è una straordinaria storia di formazione e crescita. Una pellicola speciale, sia per ciò che racconta che per il lavoro di computer grafica che è stato realizzato. La tenebrosa voce di Liam Neeson che interpreta l’albero aumenta la duplice natura del mostro, prima spaventoso, poi quasi fraterno, paragonato, per certi versi, al Grande Gigante Gentile. L’albero rappresenta una metafora del superamento del dolore e dell’elaborazione del lutto. La “verità” che albero chiede a Conor è un modo per guardare dentro di sé, conoscere i propri sentimenti e accettarli. Nello specifico Conor confessa alla sua “guida” che aveva sempre sospettato che sua madre non potesse riprendersi del tutto e che un giorno aveva sperato che fosse così, in modo che la sofferenza di sua madre finisse, un pensiero che si è trasformato in un paralizzante senso di colpa.

Un momento toccante nel film, quando questo pensiero di Conor viene interpretato dal mostro come uno dei più umani, un’idea nata dalle buone intenzioni di chi soffre vedendo qualcuno che ama soffrire a sua volta. Per Conor l’albero lo aiuta a dare un senso alla morte e alla tragedia che sta vivendo. Le ultime sequenze rivelano due elementi fondamentali e il significato profondo del film: quando la madre muore, sembra vedere l’albero dalla sua finestra, un essere che, prima, solo Conor poteva vedere; nell’ultima scena, quando Conor torna a casa di sua nonna e scopre il libro di disegni della madre, vede che l’ultimo è un albero di tasso dalle sembianze mostruose, come a significare che anche a lei l’albero fosse apparso da bambina, come mentore nel suo processo di crescita.

Il tragico dettaglio che unisce l’attore con il suo personaggio

Sette minuti dopo la mezzanotte_Cinematographe.it

Lewis MacDougall, il bambino che ha interpretato Conor, ha ricevuto 10 nomination a importanti riconoscimenti e 2 premi tra cui quello come Miglior giovane attore britannico/irlandese dell’anno per il film. Un’interpretazione senza eguali al suo secondo progetto sul grande schermo. Il primo è stato Pan – Viaggio sull’isola che non c’è diretto da Joe Wright. Con il piccolo Conor l’attore condivide una triste situazione: nel 2013, poche settimane prima di venir scelto per la parte del protagonista di Sette minuti dopo la mezzanotte, la madre di Lewis morì di sclerosi multipla.

 

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