Roman Polanski lascia la presidenza del premio César dopo le proteste femministe

Il mese prossimo, Roman Polanski avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Presidente durante i prossimi premi César, ma il regista si è tirato indietro.

In seguito alla scelta di affidare a Polanski la carica, diversi gruppi femministi hanno urlato la loro indignazione. L’avvocato del regista ha così annunciato all’Agence France Presse che il suo assistito ha rinunciato alla posizione, definendo tuttavia la polemica “ingiustificata”.

L’Académie des Arts et Techniques, che supervisiona quelli che, per valore, sono l’equivalente francese dei premi Oscar, non ha ancora replicato riguardo la decisione di Polanski.

Roman Polanski lascia la giuria del premio César dopo le proteste femministe

La protesta contro il regista è stata guidata dall’organizzazione Osez Le Feminisme, che oltre a essersi definita “nauseata” dalla scelta dell’Académie, ha descritto il maestro polacco come “un autore di violenza sessuale che rimane impunito, protetto dal suo status di celebrità.”

Il regista, oggi 83enne, è infatti ricercato da oltre 40 anni dal governo degli Stati Uniti in seguito a una condanna nel 1977 per aver avuto una relazione sessuale con una minorenne. Dopo aver trascorso 42 giorni in prigione, Polanski fuggì dagli States quando il giudice ritrattò la sentenza precedentemente pronunciata, mettendo radici in Francia.

L’azione dell’organizzazione femminista era stata sostenuta da una petizione che aveva raccolto più di 61.000 firme. Secondo alcuni comunicati locali, l’avvocato del regista avrebbe comunicato all’AFP che Roman Polanski sia stato “profondamente rattristato” dalla controversia, avendo come spesso accade “toccato anche la propria famiglia.”

Le nomination dei premi César saranno annunciate domani a Parigi.