Roberto Saviano, lo sfogo inaspettato dello scrittore di Gomorra: “Ho pensato di farla finita, ho continue crisi di panico”
Ai microfoni de Il Corriere della Sera, lo scrittore Roberto Saviano ha rivelato di aver avuto pensieri suicidi. E non solo...
“Vorrei un’altra vita. Vorrei non sentire così forte di aver buttato questa che ho”. Con queste parole, rilasciate durante una lunga intervista firmata da Aldo Cazzullo per Il Corriere della Sera, Roberto Saviano ha parlato a cuore aperto dei timori, del senso di angoscia e dei dubbi che ormai da diversi anni lo attanagliano. Lo scrittore del celebre romanzo Gomorra, da cui è stato tratto il film di Matteo Garrone e poi l’acclamata serie tv con Marco D’Amore e Salvatore Esposito, si è reso protagonista di dichiarazioni e rivelazioni piuttosto sorprendenti.
Roberto Saviano e l’inaspettato resoconto della sua vita tra rimpianti, pensieri suicidi e attacchi di panico

Roberto Saviano comincia a sentire il peso dei tanti anni spesi nella lotta contro la mafia. Lo scrittore si sente in colpa soprattutto nei confronti dei propri cari, tra cui sua zia Silvana, una seconda madre per lui morta recentemente. “L’altro giorno, ai funerali di mia zia Silvana, che per me è stata la seconda madre. Non erano nemmeno funerali: non c’era nessuno. I miei vivevano a Caserta. Fin dal 2006 se ne sono dovuti andare nel Nord Italia, anche per mia responsabilità. Sradicati. Non sono riusciti ad aprirsi e si sono isolati. La mia scelta l’hanno pagata altri. Io ne ho fatto attività, impegno. La mia famiglia ha solo pagato. Ha dovuto fronteggiare le insinuazioni: loro figlio, loro nipote aveva diffamato la sua terra…“.
Il giornalista da anni vive sotto scorta, dopo tante minacce di morte ricevute. “Io su Napoli ho acceso una luce. E con la luce il cambiamento è possibile. È esplosa la vita. Ma questo a me impone un prezzo altissimo”, ha dichiarato lo scrittore, il quale paragona la sua condizione a quella di un ergastolo. “Vivo recluso, senza vederne la fine. Le mie relazioni amichevoli e amorose sono compromesse da come io ho deciso di vivere la mia condizione. Qualsiasi incontro lo devo fare in casa. Se esco, con cinque carabinieri di scorta, a volte sette, non sono certo invisibile. E la visibilità è la fine di ogni gesto intimo”.
Per la vita che conduce, Roberto Saviano ha continue crisi di panico. “Impossibile stare senza gocce. Le 5 del mattino sono il momento più difficile della giornata. Non respiri. Ti chiedi “E adesso? Dove vado?”. Mi sento schiacciato tra due forze. Una per cui rischio la vita; l’altra per cui non sono morto, e quindi è tutta una messinscena. La frase più stupida che sento è ‘Se davvero volevano ucciderlo, l’avrebbero già fatto’. Da qui il pensiero ricorrente: la mia vita non finirà bene. Se non mi fanno del male, mi farò del male”, ha raccontato lo scrittore.
Lo scrittore di Gomorra ha confessato di aver pensato al suicidio. “Mi ero messo davanti allo specchio. E capii che la soluzione non era quella. Quando vivi tra caserme e armi, come me, puoi misurare davvero cosa significa impugnare una pistola e rivolgerla contro te stesso. Non l’ho fatto, ma da allora mi ripeto ‘Da questa storia non ne esci’”. Roberto Saviano, in questo momento della sua vita, è cosciente che l’unico modo per migliorare la sua vita sarebbe quella di sparire. “Vorrei assumere un’altra identità. Mettermi in testa tutti i capelli possibili… Un me diverso, in giro per il mondo, pieno di capelli, con un altro nome”, sono state le sue parole al termine dell’intervista.