Addio a Roberto Russo, regista e marito di Monica Vitti: aveva 77 anni
Si è spento a Roma, a 77 anni, Roberto Russo, regista, sceneggiatore e fotografo, conosciuto dal grande pubblico anche per il suo lungo e riservatissimo legame con Monica Vitti. I funerali si terranno martedì 23 settembre, alle ore 10.30, nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo: proprio nel giorno in cui Russo avrebbe compiuto 78 anni.
L’incontro con Vitti avvenne sul set di Teresa la ladra di Carlo Di Palma. Lui aveva 25 anni, lei 41. Da quel momento iniziò una storia d’amore durata cinquant’anni, lontana dai clamori e vissuta con un pudore raro nel mondo dello spettacolo. Dopo 17 anni di fidanzamento, i due si sposarono il 28 settembre del 2000 in Campidoglio.

Negli anni della lunga malattia degenerativa che colpì l’attrice, Russo scelse il silenzio assoluto: nessuna immagine, nessuna intervista, nessuna esposizione mediatica. Un custode discreto e inflessibile della loro intimità. Dopo la morte di Vitti, il 2 febbraio 2022, si ritirò quasi del tutto dalla vita pubblica. Dal 2023, segnato dalla malattia, aveva vissuto in una struttura sanitaria romana, fino alla morte avvenuta nel segno della stessa riservatezza che aveva contraddistinto la sua vita.
Russo aveva iniziato la carriera come fotografo per poi passare al cinema. Il debutto dietro la macchina da presa arrivò nel 1983 con Flirt, interpretato da Monica Vitti, Jean-Luc Bideau e Alessandro Haber: una storia intima e visionaria che valse all’attrice l’Orso d’argento a Berlino e a Russo il David di Donatello come miglior regista esordiente.
Tre anni dopo tornò al cinema con Francesca è mia (1986), sempre con Vitti protagonista e con la sceneggiatura firmata insieme a Vincenzo Cerami. Entrambe le opere furono impreziosite da grandi firme della musica italiana: Francesco De Gregori, che per Flirt compose il celebre mini-LP La donna cannone, e Tullio De Piscopo per Francesca è mia.
Artista appartato, Russo non inseguì mai le luci della ribalta. La sua opera resta legata a doppio filo con quella della donna che aveva scelto come compagna di vita e di arte