Robbie Williams e la rivelazione inaspettata: “ho la sindrome di Tourette, mi terrorizza esibirmi dal vivo”

Sul palco un fiume in piena, dentro il panico.

Puoi riempire stadi interi e sentirti vuoto dentro: per info fate un fischio a Robbie Williams. Con la sua solita schiettezza, il cantante trova modo di far parlare ancora di sé, rivelando la convivenza con la sindrome di Tourette. Una presenza ingombrante, silenziosa solo in apparenza, che lui chiama “intrusiva”: pensieri che arrivano, restano e non lasciano scampo.

Robbie Williams: tra stadi pieni e silenzi interiori

Robbie Williams rivela di avere la sindrome di Tourette - Cinematographe.it
Ph. Credits: Kevin Payravi (Wikimedia Commons)

Non i tic plateali, niente smorfie in faccia alla gente. La battaglia di Robbie è solo interiore. “Anche se un intero stadio mi urla amore, io dentro non lo sento. Non entra”, ha spiegato. A tratti paradossale immaginandolo cantare il mondo con Angels e ammette di non riuscire a percepire l’affetto nemmeno di 50.000 voci in coro.

E pensare che di demoni personali Robbie Williams ne ha già collezionati un bel po’: diagnosi di ADHD (tre, per la precisione, perché le prime due le ha “dimenticate”), anni di dipendenze, riabilitazioni a raffica. Come se non bastasse, di recente ha fatto pure un test per l’autismo. Risultato: non lo è, ma i tratti ci sono. Ansia sociale, bisogno di restare nel letto, la sua “zona comfort”. Insomma: se non è uno psicodramma, poco ci manca.

Anche se sul palco è un fiume in palco, sotto trema. “Maschero come un olimpionico”, scherza lui. E in effetti è facile cascare ai suoi gesti teatrali e al suo sorriso spavaldo. Una condizione, la sua, condivisa pure da altri volti noti dello spettacolo internazionale, tipo Lewis Capaldi, che dalla Tourette è stato costretto a fermare Glastonbury proprio sul più bello.

Nel caso di Robbie Williams, ci aveva già giocato sporco con Better Man, il film dove si mette a nudo sotto forma di scimmione in CGI. Se pensavate che fosse tutta un’esagerazione, ora comincia a esserlo molto meno ora, gettata la maschera.

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