Richard Harris rifiutò uno dei suoi ruoli più amati, finché la nipotina non gli diede un ultimatum
Richard Harris e quel “no” ad Albus Silente... finché la nipotina non gli fece cambiare idea con un ultimatum!
Ci sono ruoli che diventano leggende. E poi ci sono attori che, inizialmente, vorrebbero volentieri farne a meno. Richard Harris, volto nobile del cinema britannico, apparteneva a quest’ultima categoria quando gli proposero di interpretare Albus Silente in Harry Potter e la pietra filosofale. La risposta fu un no secco. Perché, dopotutto, aveva settant’anni, una salute traballante e una carriera gloriosa alle spalle. L’idea di passare gli ultimi anni sul set, vestito da mago barbuto, non lo entusiasmava affatto.

“Non voglio trascorrere i miei ultimi anni interpretando un mago con la barba bianca”, confessò senza troppi giri di parole. E in effetti, veniva da pellicole epiche come Camelot, o Il gladiatore, dove aveva dato corpo e anima a ruoli intensi, spesso tormentati. Lontani anni luce dalle aule di Hogwarts. Ma come spesso accade, fu la famiglia a spostare l’ago della bilancia. Anzi, una sola persona: sua nipote. Piccola, appassionata, determinata. Fan sfegatata dei libri di J.K. Rowling, gli pose un aut-aut con una logica più affilata di qualsiasi bacchetta: “Se non accetti il ruolo, non ti parlo più”. E Harris capì che quella non era una minaccia, ma una promessa.
Alla fine accettò, e con quella decisione finì per scolpire un’icona. Il suo Silente, apparso nei primi due film della saga, non era solo il preside di una scuola di magia, ma una figura di riferimento per intere generazioni: saggio, enigmatico, eppure affettuoso. Un uomo capace di guardare oltre, di proteggere senza fare rumore. Curiosamente, Richard Harris non fu nemmeno la prima scelta. La lista dei papabili era lunga e illustre: Sean Connery rifiutò con disinvoltura; Ian McKellen, già Gandalf, era troppo vicino all’immaginario tolkieniano (e non particolarmente stimato da Harris, che lo definì “tecnicamente brillante ma senza passione”); si parlò anche di Christopher Lee e del fidato Peter O’Toole, suo amico di lunga data. Ma alla fine fu proprio Harris, quasi controvoglia, a vestire i panni del preside di Hogwarts.
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