Psycho: il regista Gus Van Sant parla del suo remake del 1998

Il regista Gus Van Sant ha raccontato cosa lo spinse nel 1998 a ricreare fotogramma per fotogramma Psycho, il capolavoro di Alfred Hitchcock, dando vita ad uno dei remake più discussi della storia del cinema.

Il regista Gus Van Sant ha spiegato quali sono stati i motivi che lo hanno spinto a creare Psycho, il suo celebre remake del 1998

Il cinema horror è sempre stato soggetto a continui remake: tanti infatti sono stati i film che nel tempo, sono tornati sul grande schermo in versioni nuove e raccontate con linguaggi diversi. Tra questi, uno dei più noti e controversi è sicuramente Psycho, diretto da Gus Van Sant nel 1998, fedele remake del più celebre film di Alfred Hitchcock del 1960.

Il regista infatti ricreò l’intero film fotogramma per fotogramma, con un lavoro davvero minuzioso e attento al minimo particolare. Risultato un fallimento non solo per la critica, ma anche dal punto di vista finanziario, Van Sant ha recentemente dichiarato come il suo non sia stato altro che un costoso esperimento:

C’è tutta una ragione dietro il film… Penso che il processo di realizzazione non sia stato altro che un modo per imparare, senza preoccuparsi del risultato. In realtà non si trattava nemmeno di conoscere meglio Hitchcock, ma era più che altro un modo per prendere in giro i produttori che negli anni Novanta preferivano fare sequel che film originali, perché il rischio era minore. Preferivano continuare una storia già nota al pubblico e stavano cercando tutti i modi possibile per farlo. Oggi hanno scoperto che il fumetto è un ottimo modo per riuscirci, ma prima non se ne erano ancora accorti.

Dopo il successo ottenuto nel 1989 con Drugstore Cowboy, il regista fu contattato per dirigere qualsiasi sceneggiatura volesse ed è stato proprio questo a dargli l’idea di dare vita all’esperimento di Psycho:

I produttori volevo a tutti i costi fare un remake. E io dissi loro: ” Quello che ancora non avete fatto è prendere un film di successo e rifarlo esattamente. Non pensare ad un remake e riproporlo, ma rifarlo letteralmente”. Non avevo mai visto fare un esperimento del genere. Mi sembrava un’idea sperimentale giusta e così ho pensato “perché no”, ma loro hanno riso, affermando che era un’idea sciocca, ridicola e assurda e se ne sono andati dicendo “Non lo faremo mai”.

Nel 1997, Gus Van Sant consacrò la sua reputazione con Will Hunting – Genio ribelle, con il quale conquistò diverse nomination. Il regista ha ricordato come prima delle cerimonie gli studios si mettano già in contatto con i candidati di maggior successo, indipendentemente dai risultati dei premi. Quando la Universal lo contattò, Van Sant disse loro di Psycho, un film riprodotto fotogramma per fotogramma, con un nuovo cast e a colori. Poco dopo il suo agente lo richiamò dicendo che secondo la produzione era un’idea fantastica: improvvisamente si erano convinti.

Nonostante il risultato negativo di Psycho, Van Sant ha sempre sostenuto che era un esperimento da fare e che si impara sempre qualcosa dai propri fallimenti:

Non ha funzionato, ma l’idea alla base era se fossi riuscito a rifare qualcosa che al botteghino avrebbe riscosso lo stesso successo dell’originale. È stato una sorta di strano esperimento scientifico. Infatti il film è più importante adesso che quando uscì, perché ci sono persone che se ne stanno interessando sempre di più.

Recentemente il concept di Psycho è tornato sullo schermo, grazie alla serie tv Bates Motel, andata in onda per ben cinque stagioni.