Pio La Torre: Walter Veltroni dirigerà il biopic sul politico ucciso dalla mafia

Il documentario conterrà interviste, registrazioni di processi, testimonianze e archivi delle tv locali siciliane, nonché immagini inedite condivise dalla famiglia di Pio La Torre.

Minerva Pictures ha annunciato che nel 2022 produrrà un biopic dedicato a Pio La Torre, scritto e diretto da Walter Veltroni

Il 30 aprile del prossimo anno saranno trascorsi esattamente quarant’anni dalla morte di Pio La Torre. Era infatti il 1982 quando il politico e sindacalista italiano veniva assassinato per ordine di alcuni capi dell’organizzazione criminale cosa nostra, tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano. Una figura indelebile, tra le più virtuose della storia italiana, che con il suo impegno e la sua lotta quotidiana ha contribuito ad introdurre nel codice penale l’art. 416-bis, il quale prevedeva per la prima volta nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita.

A quarant’anni dalla sua morte, avvenuta a Palermo quando aveva 54 anni, la vita di Pio La Torre sarà raccontata in un nuovo biopic scritto e diretto da Walter Veltroni, contenente interviste, registrazioni di processi, testimonianze, archivi delle tv locali siciliane, interventi ai congressi di partito o in parlamento, nonché immagini inedite condivise dalla famiglia. La notizia è stata annunciata nelle ultime ore da Minerva Pictures, la società di produzione e distribuzione cinematografica indipendente che nel 2022 produrrà il documentario in questione.

Come ci ricorda il comunicato ufficiale diffuso quest’oggi:

Pio la Torre fu ucciso quando in Sicilia l’intreccio tra mafia, terrorismo politico e Stato deviato si manifestò nel modo più cruento. Nel volgere di tre anni, insieme a esponenti delle forze dell’ordine, magistrati e professionisti, furono uccisi Boris Giuliano, Cesare Terranova, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa, Carlo Alberto dalla Chiesa. La mafia, come tornerà a fare dieci anni dopo con gli omicidi di Falcone e Borsellino, si intreccia con la politica e il potere, si fa, di volta in volta, mandante ed esecutore di assassini e stragi. Pio la Torre e Rosario di Salvo, suo autista e amico, vengono uccisi perché il leader politico della sinistra siciliana ha denunciato con forza il carattere della mafia come sistema, ha approntato una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni e si è opposto alla costruzione di una base americana a Comiso che aveva destato forte interesse nelle organizzazioni criminali.