Pietro Castellitto e l’adolescenza difficile: Roma Nord come il Vietnam

Nel corso di un'intervista a Sette, Pietro Castellitto ha paragonato Roma Nord al Vietnam. Ecco le sue parole!

Se tuo padre è uno degli attori più acclamati del cinema italiano e tua madre è una delle scrittrici contemporanee più apprezzate della letteratura italiana, il tuo destino non può non essere segnato. Dopo aver debuttato come attore, Pietro Castellitto – figlio maggiore dell’attore Sergio Castellitto e della scrittrice Margaret Mazzantini – ha scritto e diretto uno dei film italiani più celebrati della stagione cinematografica , ovvero I predatori, grazie al quale ha vinto il Premio Orizzonti per la Miglior Sceneggiatura alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e il David di Donatello 2021 come Miglior regista esordiente. Un momento d’oro per lui, dopo gli anni difficili vissuti in quel di Roma Nord…

Pietro Castellitto e la sua adolescenza a Roma Nord

Pietro Castellitto; cinematographe.it

Nel corso di un’intervista a Sette, Pietro Castellitto ha parlato di come è stato crescere e vivere a Roma Nord in una delle età più delicate nella vita di ognuno di noi, ovvero l’adolescenza. “Non credo esista un posto più feroce di Roma Nord. Chi è cresciuto a Roma Nord, ha fatto il Vietnam. Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare. Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza, voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo, sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile“, ha dichiarato l’attore e regista.

Il crescere in un contesto difficile, lo ha portato ad essere un adolescente ribelle, come lui stesso ha raccontato: “Ero un ragazzo turbolento. A scuola venni cacciato per aver sputato nel diario di una compagna. Lei mi tirò il cancellino sullo zaino, io le presi il diario, non sapendo ancora quanto fosse importante il diario per le ragazze. Fui convocato in presidenza: Trovai preside, vicepreside e professori in semicerchio. Negai di essere stato io, ma guardando molti crime mi prese la paranoia che avrebbero fatto fare il test del dna dello sputo, quindi precisai: “Io però quel diario l’ho toccato”.