Papa Francesco e il cinema: ecco qual era il suo film del cuore
Papa Francesco era anche un rinomato cinefilo, ma quale era il suo film preferito?
Papa Francesco, scomparso all’età di 88 anni nel lunedì di Pasqua, ha lasciato dietro di sé non solo un’impronta profonda nella Chiesa cattolica, ma anche un’eredità culturale sorprendente e autentica: un legame profondo con il cinema, coltivato sin dall’infanzia nei quartieri di Buenos Aires. “Devo la mia cultura cinematografica soprattutto ai miei genitori, che ci portavano spesso al cinema”, raccontava il pontefice in un’intervista del 2013, pochi mesi dopo la sua elezione. Nato Jorge Mario Bergoglio nel 1936 da una famiglia di origini piemontesi, il giovane Francesco crebbe tra le atmosfere del neorealismo italiano, che lo avrebbe segnato per tutta la vita.

Tra tutti, La Strada di Federico Fellini è stato il film che più lo ha colpito: “Mi identifico con quel film, in cui c’è un riferimento implicito a San Francesco”, disse, trovando nei temi della sofferenza e dell’amore un’eco profonda del santo da cui prese il nome papale. Nel 2024, in occasione del 70° anniversario del film, volle registrare un videomessaggio per celebrarlo ancora, ricordando in particolare la scena del “pazzo e della pietra” come simbolo del senso nascosto nella sofferenza umana.
Amava anche Roma città aperta di Roberto Rossellini, che definiva fondamentale nel processo di riconciliazione post-bellica: “Il cinema è un grande strumento di aggregazione”, dichiarava nel 2019 all’Associazione Esercenti Cinematografici Cattolici. Il cinema per lui non era solo intrattenimento, ma anche strumento di riflessione spirituale ed etica. In Amoris Laetitia citò Il pranzo di Babette, sottolineando l’importanza del dono disinteressato. Da Rapsodia d’agosto di Kurosawa a Andrej Rublëv di Tarkovskij, usava spesso riferimenti cinematografici per parlare di memoria, creatività e spiritualità.

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Anche Hollywood e Cinecittà hanno riconosciuto la sua apertura verso il mondo dello spettacolo. Ha accolto in udienza celebrità come Angelina Jolie, George Clooney, Leonardo DiCaprio, Roberto Benigni, e perfino più di cento comici nel 2024, da Jimmy Fallon a Whoopi Goldberg. Uno dei legami più significativi è stato quello con Martin Scorsese, che lo incontrò dopo aver presentato Silence in Vaticano. Il loro dialogo durante la conferenza “Global Aesthetics of the Catholic Imagination” ispirò il regista a lavorare a un nuovo film sulla vita di Gesù.
Papa Francesco aveva inserito arte e cinema nel Giubileo del 2025, e prima del suo ricovero era atteso in visita agli studi di Cinecittà, dove avrebbe visitato anche il leggendario Teatro 5, tanto caro a Fellini. La sua stessa vita ha ispirato il grande schermo: da Papa Francesco – Un uomo di parola di Wim Wenders, al docu-film In viaggio di Gianfranco Rosi, fino al biopic Chiamatemi Francesco di Daniele Luchetti, e a The Two Popes, il film Netflix in cui Jonathan Pryce lo ha interpretato accanto ad Anthony Hopkins. Resta il mistero se abbia mai visto quest’ultimo film, ma ciò che è certo è che il cinema ha sempre fatto parte del suo linguaggio d’anima, un mezzo con cui riflettere, raccontare e accogliere.
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