Paolo Sorrentino parla di Maradona e della violenza nei film

Paolo Sorrentino discute, al Sarajevo Film Festival, dell'impatto di Maradona sulla sua vita e della violenza nei film

Paolo Sorrentino è senza alcun dubbio uno dei registi italiani attualmente più noti in tutto il mondo, se non addirittura il più noto. I suoi film, nonostante siano spesso strettamente legati all’immaginario e alla cultura dell’Italia, sono riusciti a conquistare il pubblico internazionale grazie a uno stile estetico virtuoso e a personaggi e situazioni sempre intriganti. L’esempio migliore è ovviamente La grande bellezza, grazie al quale si è aggiudicato l’Oscar al miglior film in lingua straniera durante la cerimonia del 2014.

Paolo Sorrentino parla dell’impatto di Maradona sulla sua vita e della generale assenza di violenza nei suoi film

Paolo Sorrentino; cinematographe.it

In attesa che il suo nuovo film, La Grazia, apra le danze dell’82esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 27 agosto, Paolo Sorrentino ha fatto una tappa al Sarajevo Film Festival, dove è stato intervistato dal regista serbo Ognjen Glavonić al Bosnian Cultural Center. Il regista napoletano ha parlato dell’impatto che ebbe Diego Armando Maradona sulla sua vita e sulla sua carriera. “Quando avevo 14 anni e Maradona è arrivato a Napoli, ho capito per la prima volta cosa fosse uno spettacolo” ha dichiarato. “Maradona ci mostrò – mostrò a me, e mostrò a tutto il popolo napoletano – cosa fosse un grande, incredibile spettacolo. E ho ritrovato questa stessa cosa attraverso il cinema – l’opportunità di allestire un grande spettacolo.

A una domanda riguardante la violenza nei film, Paolo Sorrentino ha poi risposto che, nonostante a lui piacciano certe sequenze violente nei film degli altri, trova molto stancante girare scene violente e che si considera troppo pigro per realizzarle. “Un’altra ragione per la quale non inserisco la violenza nei miei film è perché non mi piace quando un personaggio soffre troppo” ha aggiunto il regista. “Preferisco i film della Disney, in cui tutto quanto va sempre bene. Non inserisco mai personaggi in condizioni in cui la vita è troppo disperata. Un po’ disperata dev’essere, ma non troppo, e la violenza porta con sé una disperazione estrema.

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Fonte: Deadline