Nastro d’Argento a Silvana Stefanini per Mia madre fa l’attrice

Silvana Stefanini, protagonista del film di Mario Balsamo, Mia madre fa l’attrice,  ha vinto il vince il Nastro d’Argento 2016 come migliore attrice in un docufilm.

Mia madre fa l’attrice è un film che va visto con i giusti occhi, ma anche con il giusto stato d’animo poiché, nei suoi 78 minuti di durata porta con sé emozioni contrastanti in un continuo ping pong tra cuore e ricordo. (Cit.)

Nastro d’Argento a Silvana Stefanini per Mia madre fa l’attrice

Dopo il successo di Noi non siamo come James Bond (Premio speciale della giuria al 30. Torino Film Festival), il regista Mario Balsamo torna sui temi della propria autobiografia. Che cosa fanno un figlio cinquantaduenne e una madre ottantacinquenne, vittime di un rapporto irrisolto e conflittuale e con una passione in comune, il cinema? Un film documentario. Specie se lui è un regista, lei è (stata) un’attrice – da giovane – ed entrambi hanno nostalgia di apparire sul grande schermo: con ironia e surrealismo, giocando tra realtà e finzione, senza evitare i nodi universali del rapporto madre-figlio, dove l’affetto si nasconde dietro recriminazioni e vendette.
Tutto questo mentre si va alla ricerca di un film in cui la donna – allora una gran bella figliola! – ha recitato sessant’anni fa nel suo ruolo più importante: ma che, per ragioni inspiegabili, non ha mai voluto vedere!

La cerimonia di premiazione si terrà giovedì 25 febbraio alla Casa del Cinema, a Roma.

Mia madre fa l’attrice segna il ritorno al Torino Film Festival di Mario Balsamo, filmmaker, documentarista e docente di ideazione e regia documentaria.
Il regista nell’edizione 2012 aveva portato in concorso il documentario Noi non siamo come James Bond, pellicola che racconta il percorso di uscita da un tumore insieme al suo amico Guido Gabrielli, vincendo il Premio della Giuria.
Mia madre fa l’attrice, secondo lungometraggio di Mario Balsamo presentato all’interno del Torino Film Festival nel giro di pochi anni non è sicuramente una pellicola ricca di tecnica: come era facile da intuire, sul versante registico tutto il film rimane di stampo documentaristico, fatta eccezione per una sequenza onirica e con colori stra saturi che si ripete e sottolinea il viaggio che, con la vecchia auto del padre, il regista sta facendo insieme a sua madre. CONTINUA A LEGGERE LA RECENSIONE