Lost in Starlight: trama, trailer e tutto quello che c’è da sapere del film d’animazione coreano Netflix

Lost in Starlight, ecco cosa c'è da sapere sul film d'animazione Netflix!

Nel suo primo lungometraggio d’animazione originale sudcoreano, Netflix apre una finestra sull’universo emotivo di Lost in Starlight, una fiaba fantascientifica sospesa tra analogico e ultrafuturo, diretta da Han Ji-Won e scritta da Kang Hyun-Joo. Il film non è solo una storia d’amore, ma una riflessione intima su cosa significhi restare connessi quando nemmeno la tecnologia può colmare il vuoto della lontananza. Con una tavolozza visiva calda, quasi vintage, e un ritmo contemplativo, Lost in Starlight si distingue come una delle esperienze d’animazione più raffinate e personali della nuova stagione. Un viaggio nel cosmo, ma soprattutto nell’interiorità.

Trama

Quando la distanza non si misura in chilometri, ma in attesa. Siamo a Seoul, nel 2050, in una metropoli che ha integrato l’ipertecnologia nei suoi angoli più antichi: neon e ologrammi convivono con botteghe nascoste e insegne consumate. Nan-Young ha un sogno che coltiva sin da bambina: viaggiare nello spazio. Dopo anni di addestramento, arriva la notizia che cambierà tutto: partirà davvero per Marte, come parte di una missione interplanetaria. Proprio allora incontra Jay, un artigiano del suono che vive nel passato, tra giradischi e nastri magnetici, riparando ricordi più che oggetti. Un vecchio vinile appartenuto alla madre di Nan-Young è il primo contatto: da lì, tra suoni graffiati e silenzi colmi di significato, nasce una connessione profonda. Ma lo spazio non è fatto solo di stelle: quando lei parte per Marte, con venti minuti di ritardo radiofonico per ogni messaggio, i due dovranno reinventare il modo di restare vicini.

Cast e personaggi – Voci dal cuore, anime in orbi

Lost in Starlight dà corpo e voce a personaggi fortemente simbolici: Nan-Young, protagonista dal cuore determinato e vulnerabile, è una figura femminile che incarna la tensione tra il desiderio di superarsi e il bisogno di legami; Jay, il suo opposto complementare, rappresenta la terra, la memoria, il calore delle cose imperfette. Entrambi affidano la loro emotività a strumenti fuori tempo: lei registra diari vocali nella stazione orbitante; lui compone tracce su cassetta per darle forma al silenzio. Le voci dei doppiatori coreani – ancora non rivelate nel dettaglio – contribuiscono a creare un’atmosfera profondamente empatica e sincera, sostenuta da una colonna sonora che mescola suoni elettronici e distorsioni d’epoca. Il risultato è un’animazione che non si limita a disegnare volti, ma disegna l’anima.

Stile e poetica – Una Seoul del futuro che ha il sapore della nostalgia

L’estetica di Lost in Starlight è un racconto visivo in sé: Seoul viene reimmaginata come un luogo sospeso tra Blade Runner e una vecchia cartolina, con scorci come il Sewoon Plaza e il ponte Jamsu rivisitati in chiave futuristica ma morbida, quasi disegnata a mano. L’animazione firmata da Climax Studio opta per linee tonde, luci soffuse, e una palette che non urla mai, anche nei momenti più intensi. I suoni, i fruscii dei vinili, il delay delle trasmissioni spaziali: tutto è parte integrante di una narrazione che rifugge l’azione e privilegia l’attesa. L’amore tra Jay e Nan-Young non esplode, ma si sedimenta come polvere cosmica, lentamente, lasciando allo spettatore il compito di ascoltare. E in quel silenzio, Lost in Starlight diventa cinema dell’anima.

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