L’avete riconosciuto? Oggi è un distinto e adorabile ottantacinquenne, da sempre paladino delle condizioni di vita dei meno fortunati

L'impegno politico ne ha contraddistinto le opere

Ha votato tutta la sua carriera nel cinema alla rappresentazione delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti. Socialdemocratico, con film come Poor Cow e Kes, Ken Loach ha contribuito alla corrente artistica inglese del Free cinema. Ripercorriamone la carriera.

Ken Loach: dalla parte degli ultimi

Ken Loach

Ken Loach nasce il 17 giugno 1936, sotto il segno del Cancro, a Nuneaton, nel Warwickshire (Inghilterra), cambia spesso città per via del conflitto bellico. Da ragazzo presta servizio presso la Royal Air Force. Terminato il servizio militare, prende residenza a Oxford per studiare legge.

Qui entra in contatto con il gruppo di teatro sperimentale dell’università, comincia a recitare e ne diventa presidente. A seguito, calca il palcoscenico teatrale di Birmingham, dove dirige alcune opere. Quand’è il 1961 prende il via la collaborazione in qualità di aiuto regista per la ABC Television, che lascia per la BBC, nel momento in cui l’emittente è in procinto di lanciare il suo secondo canale.

In tale periodo Ken Loach dà avvio al sodalizio artistico con Tony Garnett, produttore al quale lo accomunano le idee politiche. In sinergia realizzano 10 puntate di The Wednesday Play, che rivoluziona il genere del dramma tv britannico creando il genere del docu-drama, che, attraverso tecniche documentaristiche, racconta storie di fantasia, al fine di porre luce sugli appartenenti alla classe operaia e al ceto medio. Spirito che risulterà il trait d’union della produzione di Loach da lì in avanti.

Ken Loach

Durante gli anni Settanta e Ottanta, i lavori di Ken Loach pagano una cattiva distribuzione e una censura politica. Successivamente torna in auge e realizza qualche lungometraggio particolarmente apprezzato dalla critica. Tra i vari riconoscimenti ottenuti, due Palme d’oro al Festival di Cannes per Il vento che accarezza l’erba (2006) e Io, Daniel Blake (2016), e il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia.

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