La voce di Hind Rajab è stato proiettato a Gaza [VIDEO]

A Gaza, tra le macerie, torna il cinema grazie a La voce di Hind Rajab, il film simbolo dell'ultimo Festival di Venezia.

Il Festival internazionale del cinema femminile di Gaza si è aperto domenica 26 ottobre nel cuore della Striscia, nella città di Deir al-Balah, tra i resti delle abitazioni distrutte dai bombardamenti. In un contesto di devastazione e scarsità di risorse, l’iniziativa è riuscita comunque a vedere la luce grazie alla collaborazione tra istituzioni artistiche locali e partner internazionali, trasformando le macerie in un luogo di ritrovo e arte.

A inaugurare il festival è stato La voce di Hind Rajab, il film di Kaouther Ben Hania vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. L’opera racconta la storia vera di Hind Rajab, la bambina palestinese di sei anni uccisa insieme alla sua famiglia durante gli scontri a Gaza nel gennaio 2024.

The Voice of Hind Rajab; cinematographe.it

Ben Hania, già candidata all’Oscar per L’uomo che vendette la sua pelle, costruisce qui un film di struggente potenza, dove la voce reale di Hind – tratta dalle registrazioni delle chiamate alla Mezzaluna Rossa – guida lo spettatore lungo l’intera narrazione. Il risultato è un racconto che fonde cinema e documento, arte e memoria, denuncia e pietà.

Alla Mostra di Venezia, La voce di Hind Rajab era stato accolto con una standing ovation di oltre 24 minuti, la più lunga nella storia della kermesse. Oltre al Leone d’Argento, ha ottenuto anche il Leoncino d’Oro Agiscuola, la Segnalazione Cinema For UNICEF e il Premio Arca Cinemagiovani, imponendosi come uno dei film più acclamati e discussi dell’edizione.

Leggi qui la nostra recensione del film da Venezia 82

La proiezione a Gaza, in concomitanza con la Giornata nazionale della donna palestinese (istituita nel 2019), ha assunto un significato ancora più profondo. Come ha dichiarato la fondatrice del festival Ezzaldeen Shalh, “l’evento nasce per dare voce alle donne palestinesi, che più di tutti hanno portato il peso di questi anni di guerra, e per farlo attraverso il linguaggio universale del cinema”.