La Donna che Visse Due Volte torna al cinema il 18 novembre

Il capolavoro torna in versione restaurata.

Nelle nostre sale torna La Donna che Visse Due Volte, di Alfred Hitchcock

La donna che visse due volte, film del 1958 della durata di cento ventotto minuti, torna nella sale cinematografiche italiane il 18 novembre prossimo in edizione restaurata.

Arriva dal 18 novembre nelle sale italiane il classico restaurato distribuito dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Il film è conosciuto anche con il titolo internazionale Vertigo, interpretato dalla magnifica coppia Kim Novak-James Stewart. Le specifiche:

Sceneggiatura: Alec Coppel, Samuel Taylor, dal romanzo D’entre le morts di Pierre Boileau e Thomas Narcejac
Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Scenografia: Hal Pareira,
Henry Bumstead
Costumi: Edith Head
Musica: Bernard Herrmann
Interpreti: James Stewart (Scottie), Kim
Novak (Madeleine/Judy), Barbara Bel
Geddes (Midge), Tom Helmore (Gavin
Elster), Ellen Corby (padrona dell’hotel),
Konstantin Shayne (proprietario della
libreria), Raymond Bailey (medico)

“Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell’umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d’una tristezza che François Truffaut arrivò a chiamare “necrofilia”.”

Nel famoso libro-intervista con Hitchcock, Truffaut cerca di incalzare un reticente sir Alfred a proposito delle origini di Vertigo, facendo il nome di un romanzo, D’entre les morts, dal titolo più gotico che poliziesco, scritto da una coppia di giallisti che negli anni Cinquanta andava per la maggiore: Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Gli autori, già avvezzi a contaminazioni tra il poliziesco e la ghost story, si erano ispirati a Bruges la morta di Georges Rodenbach, poeta e scrittore belga di fine Ottocento, che aveva irradiato con i riflessi delle eroine di Poe un dramma passionale di provincia, costruito sull’archetipo del doppio femminile del Tristano e Isotta di Thomas. Narcejac aveva scritto nel 1947 Esthétique du roman policier, nel quale esponeva una concezione del poliziesco inteso come dialettica tra ragionamento e angoscia. Quest’idea sarebbe stata sfruttata nella pratica dopo il sodalizio con Boileau, avvenuto nel 1950: i loro libri tenderanno a un rinnovamento del genere, eliminando il personaggio del detective e inventando “un nuovo tipo di suspense, che si potrebbe definire l’angoscia della vittima smarrita nel mistero di una macchinazione criminosa” (Alberto Del Monte). La formula ebbe successo: nel 1952 uscì Celle qui n’étaitplus, da cui Clouzot due anni dopo trasse il film I diabolici. Nel 1958 fu la volta di D’entre les morts, balzato subito in testa alle classifiche di vendita del settore in Francia.

Entrambi i romanzi vertono sulla complicità assassina di due amanti che sostengono il loro alibi approfittando della fragilità di un terzo personaggio, che in Celle qui n’était plus è proprio la vittima. In D’entre les morts colei che verrà assassinata è invece tenuta sempre fuori dal gioco, puro espediente per manovrare l’intreccio tra il marito e una sua amante, che finge di esserne la moglie, i quali si servono delle carenze psico-fisiche di un investigatore per la costruzione di un alibi basato su un falso suicidio. La trama è però più complessa, perché la finzione del personaggio femminile si sovrappone ad un’altra simulazione, quella della reincarnazione nella bisnonna Carlotta, anch’essa suicida. Come osserva Bill Krohn “il libro di Boileau e Narcejac si distingue dalla maggior parte dei precedenti dello stesso genere, nella misura in cui spiega quel che si prospetta come un caso di metempsicosi, senza dissipare il senso della fatalità che grava su tutti gli avvenimenti”. D’entre les morts, oltre a nutrirsi delle proustiane intermittenze della memoria, si ispira alla figura del revenant, a partire dalla quale riprende il breve romanzo Bruges la morta di Georges Rodenbach, che all’epoca ebbe un enorme successo in tutta Europa. Da un punto di vista narrativo, il passaggio da D’entre les morts alla sceneggiatura di Vertigo è ovviamente più immediato della rilettura del testo originario di Rodenbach da parte di Boileau e Narcejac. Hitchcock ha mantenuto inalterata la struttura del romanzo dei due giallisti, di cui ha acquistato i diritti, spostandone l’azione da una Parigi tormentata a seguito del conflitto bellico a una malinconica San Francisco di fine anni Cinquanta, che rispolvera il suo passato ispanico riavvicinandosi in questo modo all’atmosfera del romanzo di Rodenbach.