KPop Demon Hunters 2 è ufficiale (ma c’è un problema)

Il film d'animazione del momento avrà ufficialmente un seguito, ma c'è un grosso problema

Netflix sembra aver trovato la sua nuova gallina dalle uova d’oro, e ha tutta l’intenzione di nutrirla bene. Dopo il successo travolgente di KPop Demon Hunters, film d’animazione che ha saputo fondere l’universo del K-pop con il folklore coreano in una miscela visivamente magnetica e narrativamente sorprendente, il colosso dello streaming ha fatto trapelare l’intenzione di espandere questo mondo in un vero e proprio franchise. Secondo quanto riportato da The Wrap (via Polygon), in casa Netflix si parla già di KPop Demon Hunters come del loro personale Frozen, un paragone che da solo basta a chiarire l’ambizione dietro al progetto.

KPop Demon Hunters 2 cinematographe.it

Il film ha colpito nel segno con la sua animazione scintillante, la colonna sonora a prova di replay e un uso narrativo intelligente del mondo K-pop, presentando la cultura idol attraverso una lente critica ma empatica. Tuttavia, la fretta con cui Netflix starebbe cavalcando l’onda del successo lascia spazio a qualche dubbio. Il finale del primo capitolo – un po’ affrettato – e la possibilità di un sequel (o peggio, un adattamento live-action) sollevano interrogativi sulla tenuta artistica del progetto, e su quanto spazio ci sarà realmente per l’approfondimento creativo, rispetto alla rincorsa del profitto.

L’idea di un KPop Demon Hunters 2 non è da bocciare in toto. Anzi, se realizzato con lo stesso rispetto e cura del primo film, potrebbe arricchire ulteriormente un universo narrativo fertile. L’animazione, qui, è molto più che un mezzo tecnico: è linguaggio, estetica, simbolismo, libertà. È il modo ideale per rappresentare le contraddizioni del mondo idol, con la sua dicotomia tra perfezione pubblica e sacrificio personale. Tradurre tutto questo in live-action rischierebbe di snaturarne il messaggio, rendendo l’opera un surrogato di se stessa, poco più di un concerto K-pop filmato con effetti speciali.

Certo, un K-drama fantasy potrebbe rappresentare un’alternativa sensata, soprattutto se si decidesse di costruire un racconto parallelo con nuovi personaggi e miti da esplorare. La cultura coreana, con la sua straordinaria ricchezza simbolica e narrativa, offre spunti infiniti per chi abbia davvero intenzione di esplorarla e non solo di venderla. Ma la conversione dal disegno al reale, se fatta per sola convenienza economica, tradisce l’anima del progetto originale.

KPop Demon Hunters ha già raggiunto molto. Ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, ha ridefinito il modo in cui si può parlare di musica, identità e leggende nel linguaggio dell’animazione internazionale. Continuare su questa strada, senza cedere alla tentazione del live-action facile, sarebbe un segno di maturità da parte di Netflix. Anche perché, ogni tanto, i film meritano di restare opere uniche, senza sequel, senza reboot, senza riadattamenti. Meritano di restare se stessi. E KPop Demon Hunters è uno di questi.

Fonte: CBR
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