Kim Novak: “Mia madre cercò di uccidermi da bambina”

L’attrice si confessa nel documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre O. Philippe

A 92 anni, Kim Novak – la bionda musa di Alfred Hitchcock – ha scelto di aprire un capitolo doloroso della sua vita privata. Nel documentario di Alexandre O. Philippe, Kim Novak’s Vertigo, la star racconta senza filtri un’infanzia segnata dalla povertà e dalla violenza domestica. “Durante la Depressione mia madre rimase incinta e non poteva permettersi un figlio,” spiega. “Cercò di abortirmi con i ferri da maglia. Non ci riuscì. Così nacqui, ma so che tentò anche di soffocarmi con un cuscino. Ho sempre avuto problemi respiratori.” Novak ricorda la lotta disperata dei suoi primi anni di vita:Mi sforzavo di respirare, di rimanere viva… e alla fine ce l’ho fatta.

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L’attrice sottolinea però che la sua infanzia non fu soltanto dolore: “Non era sana né serena, ma c’erano momenti belli.” Di suo padre, uomo severo e tormentato, dice: “Aveva dentro una passione repressa che non sapeva esprimere. Non riuscì mai a mostrarmi orgoglio, neppure quando il mio successo esplose.” Con il tempo, però, il rapporto con la madre si trasformò: “Da lei ho imparato a guardarmi allo specchio e dirmi che sono il capitano della mia nave, responsabile della mia vita e di come scelgo di presentarmi al mondo.”

Accanto a queste confessioni intime, Novak è tornata anche su un altro capitolo controverso della sua esistenza: la relazione con Sammy Davis Jr. negli anni Cinquanta. Una storia d’amore che sfidava tabù e leggi segregazioniste, ora raccontata in Scandalous!, biopic diretto da Colman Domingo, con Sydney Sweeney nel ruolo di Novak e David Jonsson in quello di Davis.

La diva, però, non nasconde la sua perplessità sul titolo scelto: “Non credo che la nostra relazione fosse scandalosa. Sammy era una persona a cui tenevo davvero. Avevamo molto in comune: il bisogno di essere accettati per ciò che eravamo e per ciò che facevamo, non per il nostro aspetto.” Novak teme che il progetto possa indulgere su aspetti sensazionalistici “per ragioni sessuali”. Di contro, il regista Colman Domingo descrive il film come “una storia dolce e profonda, che parla della possibilità dell’amore sotto lo sguardo giudicante del mondo”.

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