Katharine Hepburn: dalla depressione al tremore essenziale, un terribile trauma all’origine della malattia dell’attrice
La tragedia accaduta in famiglia quando era poco più di un bambino, lasciò una ferita profonda in Katharine Hepburn.
Dall’agente cinematografico Leyland Hayward al miliardario Howard Hughes, fino al matrimonio infelice con Ludlow Odoen Smith, il privato ha riservato non poche pene per Katharine Hepburn. Secondo quanto sostengono i biografi, il discorso andava al di là della semplice sfortuna. Un dramma vissuto in giovanissima età ne avrebbe condizionato le vicende sentimentali.
Katharine Hepburn: una tragica storia di famiglia
Nata il 12 maggio 1907, Katharine Hepburn crebbe in una famiglia segnata dalla drammatica catena di suicidi, da quello di uno zio da parte di padre, che morì lanciandosi da una finestra, al nonno materno e a un prozio, toltosi la vita sparandosi. Ma il più traumatico per la futura icona di Hollywood vide come protagonista il fratello, che si impiccò in casa, in una soffitta, ad appena 15 anni. Sebbene le modalità sembrassero portare in una precisa direzione, i genitori rigettarono tale ipotesi, convinti che il figlio fosse rimasto vittima di qualche esperimento condotto maldestramente e finito in tragedia.
A prescindere dalla causa, Katharine Hepburn cadde in una forte depressione. Evitava di frequentare i suoi coetanei e studiava a casa. Per un sacco di tempo usò come propria la data di nascita di Tom (8 novembre) e disse la verità solo nell’autobiografia Me: Stories of my Life.
Katharine Hepburn si spense il 29 giugno 2003 all’età di 96 anni, nella tenuta di famiglia. Combatté fino alla fine la battaglia contro il tremore essenziale, ereditato dal nonno, motivo dei tremori alla testa e talvolta alle mani.
Si tratta della malattia più comune dei disturbi di movimento, da non confondere con il morbo di Parkinson, sebbene sia possibile per un individuo avere entrambe le condizioni. I problemi ne inficiarono la carriera, diventando evidenti dal film tv Wheat is Green del 1979. Il quadro clinico peggiorò nei decenni successivi.