John Belushi: cosa accadde davvero in quella notte maledetta in cui l’attore morì?

John Belushi venne trovato senza vita la mattina del 5 marzo del 1982.

Nel 1975 debuttò nel celebre show della NBC Saturday Night Live insieme al suo collega e amico Dan Aykroyd. Il pubblico fin dal primo momento non ebbe alcun dubbio: quel ragazzo di appena 26 anni sarebbe diventato molto presto uno dei maggiori talenti comici statunitensi. Cosa che John Belushi puntualmente diventò, grazie anche al cinema e a due film in particolare, Animal House e The Blues Brothers. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che proprio nell’apice della sua carriera, John Belushi sarebbe morto alcuni anni dopo all’età di soli 33 anni. L’attore e comico statunitense morì il 5 marzo 1982 ad Hollywood in un bungalow del Chateau Marmont. Ecco tutto quello che successe tra la notte del 4 marzo e la mattina del 5 marzo 1982…

L’arrivo al Chateau Marmont

John Belushi arrivò al Chateau Marmont la notte del 28 febbraio 1982. Già in quel momento, si poté notare che l’attore non stava per niente bene: diversi testimoni lo descrissero sudato, flaccido, piuttosto nervoso oltre che pallido. Belushi pernottò in uno dei bungalow dell’hotel – il numero 3 per la precisione – che aveva prenotato già diversi giorni prima. L’attore, in quel periodo, era impegnato nella stesura della sceneggiatura del suo nuovo film Noble Rot, una commedia romantica a tinte un po’ crime.

Il precario stato fisico ed emotivo di John Belushi

Tutte le persone che John Belushi incontrò durante la sua permanenza al Chateau Marmont – dal regista Al Reinart al boss della Paramount Michael Eisner – hanno rivelato che l’attore era distrutto sia fisicamente che emotivamente: non riusciva a mantenere l’attenzione, faceva e ricevere telefonate misteriose tutto il giorno, era sempre in ritardo a riunioni e appuntamenti, la sua camera d’albergo era un porcile, i suoi discorsi erano frammentari e senza un senso logico, i vestiti che indossava erano sporchi e spiegazzati, la sua igiene personale non era delle migliori e dava l’impressione di dormire a malapena.

Il sospetto che John Belushi stesse assumendo sostanze stupefacenti era più fondato. L’attore, in quell’inverno del 1982, beveva e fumava erba in continuazione e assumeva cocaina regolarmente. Ma, come in molti ancora oggi confermano, l’attore proprio in quel periodo iniziò ad assumere anche eroina, un uso che Belushi ha sempre giustificato come parte delle ricerche per un film ambientato nel mondo del punk rock.

L’entourage dell’attore, accortosi delle sue precarie condizioni, programmò di riportare John Belushi a New York, da sua moglie Judy ma soprattutto dal suo amico fidato Dan Aykroyd, l’unica persona che poteva allontanarlo dalla droga e farlo tornare a a lavorare. Proprio in quel periodo, Aykroyd lavorava alla sceneggiatura di Ghostbuster, che i due avrebbero dovuto realizzare con un altro ex membro del Saturday Night Live, Bill Murray. Belushi, però, era difficile da rintracciare. Stava tutto il giorno fuori tra nightclub, ristoranti e negozi di chitarre. Quando invece era nel suo bungalow, era sempre o troppo confuso per parlare o rispondere al telefono, oppure era circondato da fan o gente del mondo della droga.

L’incontro con Robert De Niro

Throbert de niro, Cinematographe.it

A Chateau Marmont, Belushi è stato visto di tanto in tanto in compagnia di Robert De Niro. I due attori erano amici già da diverso tempo. De Niro era in compagnia di due dei suoi figli. Un pomeriggio, l’attore li portò ad una festa dove incontrarono Belushi sniffare una quantità di cocaina e di eroina non indifferente. Dopo che i figli tornarono a casa, De Niro – che a quel tempo faceva uso di cocaina – cercò regolarmente la compagnia dell’amico recandosi più volte nel suo bungalow per divertirsi e festeggiare. I due sono stati visti in varie occasioni anche nelle sale VIP di vari ristoranti e in varie discoteche sulla Sunset Strip.

La sera del 4 marzo 1982, De Niro era in giro per la città con l’attore Harry Dean Stanton. I due provarono a contattare telefonicamente Belushi per convincerlo a cenare prima da Dan Tana, un ristorante italiano piuttosto famoso a quell’epoca dove diversi registi mangiavano abitualmente, per poi recarsi all’On the Rox, un’esclusiva discoteca sulla Sunset Strip dove i personaggi famosi potevano fare  un po’ di tutto. Belushi, però, non rispose mai al telefono. I due, perciò, si recarono al bungalow e si ritrovarono in un soggiorno totalmente distrutto. Nella stanza era presente anche una donna, la cantante Cathy Evelyn Smith, che dormiva tra scatole di pizza, bottiglie di vino e biancheria sporca. Belushi disse a De Niro e a Stanton di andare all’On the Rox e tornare da lui più tardi.

La visita di Robin Williams

Dopo aver passato la serata in discoteca, De Niro tornò in albergo nella sua suite in compagnia di Stanton e di un paio di ragazze. All’improvviso, ricevette una telefonata da Robin Williams. I due si erano incontrati poco prima all’On the Rox e si erano accordati di ritrovarsi più tardi al bungalow di Belushi. De Niro riferì a Williams di essere impegnato, e suggerì a quest’ultimo di recarsi da solo da Belushi. Arrivato al bungalow, Robin Williams rimase piuttosto spaventato dalla scena che si ritrovò di fronte – il soggiorno distrutto, per intenderci – e se ne andò dopo pochi minuti, non prima di aver preso un po’ di cocaina. Anche De Niro, successivamente, si recò al bungalow per acquisire qualche grammo di coca e tornare nella sua suite. Tutto questo accade intorno alle tre del mattino del 5 marzo 1982.

La morte

Alle 8 del mattino, un cameriere si recò al bungalow di Belushi per portare all’attore la colazione in camera. Cathy Evelyn Smith firmò l’ordine, pulì la stanza, soprattutto tutto l’armamentario della droga. Nel frattempo, Belushi dormiva profondamente. La cantante, poco dopo, lasciò la stanza. Il produttore musicale e manager Derek Power bussò alla porta del bungalow numero 3, convinto che quella fosse la stanza di Miles Copeland, manager del trio rock The Police, che alloggiava in uno dei bungalow dell’hotel. L’uomo, dopo aver bussato più volte senza mai ottenere risposta, si rese conto di aver sbagliato numero della stanza.

Verso mezzogiorno, un uomo piuttosto nervoso attraversò i giardini dell’hotel con una macchina da scrivere in mano. Dopo venti minuti, un secondo uomo in giacca e cravatta attraversò i giardini. Nel giro di pochi minuti, arrivarono sia i paramedici che i poliziotti. All’esterno dell’hotel, cominciarono a radunarsi file di giornalisti e paparazzi.

John Belushi era stato trovato in un stato di incoscienza dall’assistente del suo manager Bernie Brillstein – per intenderci l’uomo che solo pochi minuti prima aveva attraversato i giardini dell’hotel con una macchina da scrivere in mano – oltre che dal suo personal trainer e dalla sua guardia del corpo, Bill Wallace, che provò a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca e il consueto massaggio cardiaco. Quando i paramedici arrivarono sul posto era già troppo tardi: John Belushi era già morto. Il medico legale Thomas T. Noguchi fin da subito non ebbe alcun dubbio sulla causa della morte: overdose. Sulle braccia dell’attore, infatti, vennero trovati diversi buchi di ago.

La cantante Cathy Evelyn Smith

Cathy Evelyn Smith rivelò solo in seguito che fu lei a sbagliare la proporzione tra le due sostanze e a iniettare con una siringa – in un completo stato di ebrezza – lo speedball di cocaina ed eroina a Belushi, il quale subito dopo si mise a letto. La cantante fuggì all’estero per poi tornare solo nel 1986 negli Stati Uniti a scontare 15 mesi di reclusione.

La sepoltura

Bill Murray che saluta per l’ultima volta il suo caro amico John Belushi

John Belushi riposa all’Abel’s Hill Cemetery a Martha’s Vineyard, Massachusetts. Ai suoi funerali, tenutisi con rito ortodosso, furono presenti il suo grande amico Dan Aykroyd sulla sua moto, seguito dal fratello Jim, dai genitori Adam e Agnes, dai fratelli Billy e Marian e da tutti gli amici e conoscenti che avevano lavorato con lui: Bill Murray, Chevy Chase, Eric Idle, Carrie Fisher e molti altri.