Jenna Ortega rivela: “Dopo Mercoledì ero infelice”
Jenna Ortega ha confessato che il successo planetario di Mercoledì l’ha travolta più di quanto si aspettasse.
In un’intervista rilasciata a Harper’s Bazaar, Jenna Ortega ha confessato che il successo planetario di Mercoledì – la serie con la prima stagione da record con 252,1 milioni di visualizzazioni su Netflix, ben sopra i 140 milioni di Stranger Things 4 – l’ha travolta più di quanto si aspettasse. “Quando lo show è uscito, stavo ancora cercando di capire cosa stesse succedendo – e, a dirla tutta, ero una persona infelice”, ha spiegato. “Per chi è introverso, tutta quella pressione e quell’attenzione possono risultare intensissime e spaventose”.
Nonostante recitasse fin da bambina, la popolarità lampo l’ha catapultata sotto i riflettori dei social, dove ogni sua scelta è stata scomposta e analizzata: “Mi sono sentita incredibilmente incompresa. Ho la sensazione che fare il bullo vada molto di moda, e trovarsi dall’altra parte del mulino di voci è stato illuminante”.

Tra i vantaggi Ortega cita le nuove passioni nate sul set – ha imparato a suonare il violoncello e si è avvicinata a un’estetica più gotica – ma non nasconde gli svantaggi: “Sto girando una serie che interpreterò per anni nei panni di una studentessa, mentre nella vita reale sono una giovane donna. Il personaggio di Mercoledì rischia di confinare ciò che, agli occhi dell’industria, posso o non posso fare”.
Per scrollarsi di dosso l’etichetta, ha accettato subito ruoli eclettici: da Death of a Unicorn targato A24 a Klara and the Sun di Taika Waititi, passando per Hurry Up Tomorrow (con The Weeknd) e The Gallerist accanto a Natalie Portman. “Quando vieni dal mondo Disney non ti prendono sul serio: se non resti perfettamente aderente all’immagine con cui ti hanno conosciuta, diventa subito ‘È cambiata, si è venduta’.”
Pur ammettendo le difficoltà, Ortega non dimentica il lato positivo: “Sono molto grata al fandom globale che Wednesday mi ha regalato. Voglio restituire qualcosa, ma anche seguire ciò che mi appaga creativamente. L’obiettivo è trovare un equilibrio: progetti che interessino a loro e, allo stesso tempo, ruoli più maturi, audaci e diversi per me.”
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