Jean-Luc Godard è morto, addio al padre della Nouvelle Vague

Ne dà notizia il quotidiano francese Liberation.

Aveva 91 anni e ha segnato il cinema francese e non solo: ci ha lasciati nelle scorse ore Jean-Luc Godard, uno dei più grandi registi e critici cinematografici, padre della Nouvelle Vague francese e fonte di ispirazione per tantissimi registi in giro per il mondo. Vincitore dell’Oscar alla carriera nel 2011, Godard ha vinto un sacco di premi nei più importanti Festival cinematografici nel mondo: il Leone d’oro a Venezia nel 1984 per Prénom Carmen, il Premio della Giuria a Cannes nel 2014 grazie a Adieu au langage – Addio al linguaggio, l’Orso d’Oro al Festival di Berlino per Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965).

Addio a Jean-Luc Godard, padre del cinema moderno

jean-luc godard cinematographe.it

Ha esordito in maniera folgorante con il film Fino all’ultimo respiro (1960), considerato il manifesto della Nouvelle Vague. Ha influenzato generazioni di registi non solo francesi, ma anche hollywoodiani, da Martin Scorsese a Quentin Tarantino, il quale ha dichiarato esplicitamente il proprio debito nei confronti di Godard chiamando la propria casa di produzione ‘A Band Apart’, palese storpiatura del Bande à part godardiano (1964), considerato uno dei film principali della Nouvelle Vague. Eppure il regista francese non ha mai dato mostra di apprezzare il cinema statunitense. Anzi, ha più volte dichiarato di considerare gli americani ‘molto stupidi’. Il regista francese è stato di recente oggetto di un biopic intitolato Il mio Godard, diretto da Michael Hazanavicius che racconta non solo un artista, ma un intero periodo decisivo nella storia dell’Europa e del mondo culminato nel Sessantotto e nella guerra del Vietnam.

Tra i film principali di Jean-Luc Godard ricordiamo, oltre ai già citati Fino all’ultimo respiro, Bande à part e Adieu au langage – Addio al linguaggio, anche Il bandito delle 11 (1965), Questa è la mia vita (1962), Il disprezzo (1963), La donna è donna (1961), Week End – Un uomo e una donna dal sabato alla domenica (1967).

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