Il thriller con Michael Douglas che Netflix ha riportato al successo
Questo stupendo thriller psicologico con Michael Douglas è uscito 24 anni fa. Oggi si è guadagnato un posto tra i film più visti su Netflix
Ci sono film che sembravano destinati a restare sepolti nei ricordi dei primi anni Duemila, e poi – all’improvviso – tornano a galla, più vivi che mai. È il caso di Don’t Say a Word, il thriller psicologico con Michael Douglas e Brittany Murphy che, ventiquattro anni dopo la sua uscita, si è appena guadagnato un posto tra i titoli più visti su Netflix.

Diretto da Gary Fleder, il film ci trascina in un incubo fatto di rapimenti, segreti e silenzi che pesano come macigni. Douglas interpreta Nathan Conrad, uno psichiatra rispettato la cui vita viene sconvolta quando un gruppo di criminali – capitanati da uno spietato Sean Bean – rapisce sua figlia. Ma non vogliono denaro: pretendono che il dottore riesca a far parlare una giovane paziente traumatizzata (una straordinaria Brittany Murphy), muta da dieci anni, e che solo lei riveli un misterioso codice nascosto nella sua memoria.
Ne nasce un gioco psicologico serrato, in cui ogni parola non detta può costare la vita. Fleder costruisce la tensione con precisione chirurgica: spazi chiusi, luci fredde, un senso costante di sorveglianza. Il ritmo è calibrato, la suspense mai gratuita. Douglas offre un’interpretazione intensa e controllata, in perfetto equilibrio tra paura e determinazione, mentre Murphy regala una delle prove più inquietanti e toccanti della sua carriera.
All’epoca, Don’t Say a Word passò quasi inosservato: incassò il giusto, la critica fu tiepida e il film finì presto nel cassetto dei “buoni thriller di seconda linea”. Ma a distanza di oltre due decenni, la sua atmosfera cupa e la sua tensione classica – senza effetti speciali né fronzoli – lo rendono un piccolo gioiello d’altri tempi. Forse è proprio questo il segreto del suo ritorno: la solidità di una storia che non ha bisogno di tecnologia per inquietare, e la nostalgia di un cinema in cui bastava un attore, un segreto e una stanza chiusa per tenerti incollato allo schermo.
Oggi, Don’t Say a Word risorge su Netflix, dimostrando che il buon vecchio brivido psicologico non passa mai di moda. E, in fondo, c’è qualcosa di poeticamente giusto nel fatto che un film sul silenzio torni a farsi sentire, ventiquattro anni dopo.
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