Hunter Schafer, la star di Euphoria ha rifiutato tanti ruoli trans: “È umiliante, voglio essere una ragazza”

La star di Euphoria Hunter Schafer ha spiegato come mai negli anni ha sempre preferito rifiutare di interpretare personaggi trans.

Nota principalmente per il ruolo di Jules Vaughn nella serie televisiva di HBO Euphoria, Hunter Schafer sembra aver le idee molto chiare sul futuro della sua carriera. L’attrice, considerata anche una delle modelle transgender più rivoluzionarie nel mondo della moda, ha rilasciato una lunga intervista al magazine GQ, in cui ha confessato di aver rifiutato moltissimi ruoli trans: ecco perché!

Hunter Schafer ha rifiutato tantissimi ruoli trans, l’attrice spiega il motivo

Hunter Schafer, ai microfoni di GQ, ha sottolineato di non voler essere considerata solamente un’attrice transessuale. “Mi hanno offerto tonnellate di ruoli trans e, semplicemente, non voglio farli. Non voglio parlarne. Si tratta di un privilegio, ma è davvero intenzionale“, ha esordito. La star sente di aver un senso di
di responsabilità nel rappresentare le persone transgender, ma questo le causa anche dei problemi: “Se lasciassi che accada, sarebbe sempre ‘Attrice transessuale’ prima di ogni articolo. Non appena lo dico, decolla. Mi ci è voluto un po’ per capirlo e inoltre per imparare che non voglio essere ridotta a quello, e lo trovo, alla fine, umiliante per me e per quello che voglio fare“, ha dichiarato.

Un punto di vista più che legittimo di cui oggi Hunter Schafer è consapevole più che mai, ma che è nato in lei già prima del successo: “Specialmente dopo il liceo, mi sentivo male nel parlarne. Ho lavorato così duramente per arrivare dove sono ora, nel passare dei momenti davvero difficili nella mia transizione, e ora voglio semplicemente essere una ragazza e andare finalmente avanti“. L’attrice, in conclusione, ha aggiunto: “So certamente che sono una delle persone trans più famose nei media attualmente, e provo un senso di responsabilità, e forse un po’ di senso di colpa, per non essere maggiormente una portavoce. Ma, alla fine, credo realmente che non renderlo il punto centrale di quello che sto facendo mi permetterà di andare oltre. E penso che andare oltre e fare cose grandiose sia nell’interesse del ‘movimento’, sarà molto più utile rispetto a parlarne continuamente“.