Questo inaspettato film drammatico con Emma Mackey presto sarà disponibile in streaming

Con performance profonde e magnetiche del cast principale, il film è uno sguardo vivido e suggestivo sulla libertà e sul desiderio.

Presentato in concorso alla 75ª Berlinale (dove l’abbiamo recensito in anteprima) e tratto dal romanzo finalista al Booker Prize di Deborah Levy, Hot Milk segna l’esordio alla regia della sceneggiatrice candidata ai BAFTA Rebecca Lenkiewicz (Ida, Disobedience, Anche io). Il film sarà disponibile in esclusiva su MUBI a partire dal 22 agosto 2025, confermando ancora una volta la piattaforma come punto di riferimento per il cinema d’autore contemporaneo.

hot milk streaming cinematographe.it

A guidare il cast, Emma Mackey, fresca vincitrice del BAFTA, che torna a misurarsi con un ruolo intenso dopo i successi di Sex Education ed Emily. Al suo fianco troviamo Fiona Shaw, apprezzata interprete di teatro e volto noto di Killing Eve, Vicky Krieps, che continua a imporsi come una delle attrici europee più versatili, e Vincent Perez, reduce dal Boléro di Anne Fontaine. Completano il cast Yann Gael (1899) e Patsy Ferran (Firebrand).

Ambientato nella cocente luce di Almería, in Spagna, Hot Milk segue Sofia (Mackey) e la madre Rose (Shaw), afflitta da una misteriosa malattia. Le due si rivolgono a uno sfuggente guaritore, Dr. Gómez (Perez), ma ben presto l’esperienza si trasforma in un viaggio interiore tutt’altro che lineare. Tra la crescente attrazione di Sofia per l’enigmatica Ingrid (Krieps) e il peso di un legame madre-figlia pieno di non detti, la protagonista è costretta a confrontarsi con una verità scomoda: e se la malattia non fosse altro che una prigione emotiva costruita ad arte?

Lenkiewicz, con una regia sensuale e rarefatta, firma un’opera che esplora il desiderio, la dipendenza e la ribellione femminile, scavando nei paesaggi aridi del sud Europa come metafora della sterilità dei legami familiari tossici. Hot Milk è un racconto in cui il corpo diventa linguaggio, e ogni silenzio brucia più delle parole. Con il suo approccio intimo ma potentemente simbolico, il film si inserisce nel solco del nuovo cinema europeo al femminile, tra Alice Rohrwacher e Céline Sciamma, confermando Lenkiewicz come un nome da tenere d’occhio anche dietro la macchina da presa.