Kevin Costner e la denuncia per una scena di stupro fuori copione
La controfigura Devyn LaBella ha accusato Kevin Costner e i produttori del film Horizon: An American Saga di averla costretta a girare una scena di stupro non prevista dal copione.
La controfigura Devyn LaBella ha intentato una causa contro Kevin Costner e i produttori del film Horizon: An American Saga – Chapter 2, accusandoli di averla costretta a girare una scena di stupro non prevista dal copione, senza rispettare i protocolli di sicurezza e senza la presenza obbligatoria di un coordinatore dell’intimità, come richiesto dai contratti sindacali. Il film, parte di un ambizioso progetto western diretto, co-scritto e prodotto dallo stesso Costner, coinvolge un ampio cast che comprende Sienna Miller, Sam Worthington, Jena Malone, Abbey Lee ed Ella Hunt. La saga prevede la realizzazione di quattro capitoli.

LaBella, controfigura principale di Ella Hunt, ha denunciato che l’episodio è avvenuto il 2 maggio 2023, quando sarebbe stata inserita sul set una scena di stupro improvvisata ai danni del personaggio di Juliette Chesney, interpretato da Hunt. Secondo la denuncia, Hunt avrebbe abbandonato il set rifiutandosi di girare la scena, poiché il suo contratto prevedeva un preavviso di almeno 48 ore per qualsiasi contenuto sensibile, oltre alla presenza obbligatoria di un coordinatore per le scene intime – disposizioni estese anche alla sua controfigura. LaBella afferma di non essere stata informata del rifiuto della Hunt né del contenuto effettivo della scena, che ha invece girato senza le necessarie precauzioni. La sequenza avrebbe previsto un’aggressione fisica in cui l’attore avrebbe dovuto immobilizzarla e sollevarle con forza la gonna, senza alcuna prova, preparazione o protezione.
La causa sottolinea che LaBella aveva girato il giorno prima una scena simile, correttamente coreografata, discussa e supervisionata da un coordinatore dell’intimità, con il set chiuso in linea con le regole SAG-AFTRA. Tuttavia, per la scena del 2 maggio, tali precauzioni sarebbero state ignorate. LaBella racconta di aver provato “shock, imbarazzo e umiliazione” al termine della ripresa e di aver avuto crisi di pianto durante e dopo le giornate sul set. Durante una cena con il coordinatore degli stunt Wade Allen e altri membri del team, LaBella avrebbe espresso la propria indignazione, ricevendo in cambio accuse di non aver segnalato tempestivamente il problema. Da quel momento, sostiene di essere stata isolata sul set, confinata nella sua roulotte anche nei giorni non lavorativi, e non è stata più assunta per Horizon 3 né per altri progetti collegati al team di produzione, che ha interpretato come una ritorsione.
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La replica di Kevin Costner
Attraverso il suo legale Marty Singer, Costner ha smentito ogni accusa, dichiarando a Variety che “la sicurezza sul set è una priorità assoluta” e che LaBella avrebbe in realtà acconsentito alla scena dopo una prova, dando il via libera con un gesto al coordinatore degli stunt. Singer ha inoltre definito LaBella una “serial killer di reputazioni” all’interno dell’industria, affermando che avrebbe già collaborato con lo stesso legale in precedenti denunce. “Queste tattiche estorsive non funzioneranno,” ha aggiunto. Secondo LaBella, diversi membri della troupe si sono scusati in privato per l’accaduto, mentre lei ha dovuto iniziare un percorso terapeutico per superare il trauma. La vicenda riapre il dibattito sull’importanza di protocolli rigorosi per le scene sensibili e sulla protezione delle figure professionali meno visibili, come le stuntwomen, nei set ad alto profilo.