Horizon 2, la causa per molestie contro Kevin Costner va avanti

Kevin Costner, impegnato nella sua ambiziosa epopea western Horizon: An American Saga, dovrà continuare a difendersi dalle accuse di molestie sessuali legate a una scena di presunto stupro

Non si chiude la battaglia legale che coinvolge Kevin Costner. L’attore e regista, impegnato nella sua ambiziosa epopea western Horizon: An American Saga, dovrà continuare a difendersi dalle accuse di molestie sessuali legate a una scena di presunto stupro girata per il secondo capitolo del film.

Giovedì 16 ottobre, il giudice Jon R. Takasugi della Corte Superiore di Los Angeles ha respinto la mozione presentata dagli avvocati di Costner per archiviare la causa intentata lo scorso maggio dalla stuntwoman Devyn LaBella, contro l’attore e la produzione. LaBella sostiene di essere stata costretta a girare una scena violenta e non sceneggiata, senza preavviso e senza la presenza obbligatoria di un coordinatore dell’intimità — violando così le norme previste dal sindacato SAG-AFTRA.

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L’avvocato di Costner, Marty Singer, aveva chiesto che la causa venisse respinta sulla base della legge anti-SLAPP della California, che tutela la libertà d’espressione da contenziosi considerati “pretestuosi”. Il giudice, però, ha stabilito che gli elementi forniti dalla querelante sono sufficienti per procedere. “Il processo creativo non può e non deve concedere agli uomini al potere l’impunità per abusare di donne come la signora LaBella“, ha dichiarato l’avvocata Kate McFarlane dopo la sentenza. “Siamo pronti a portare i fatti davanti a una giuria e non faremo marcia indietro”.

Secondo la denuncia, la controfigura avrebbe sostituito l’attrice Ella Hunt in una scena particolarmente delicata, dopo il rifiuto di quest’ultima. L’attore coinvolto avrebbe ricevuto istruzioni per immobilizzare LaBella e sollevarle la gonna, in una sequenza che — secondo la ricostruzione della querelante — non era stata né discussa né concordata. La stunt sostiene di essere rimasta traumatizzata e che un successivo rapporto del coordinatore dell’intimità avrebbe segnalato le violazioni dei protocolli sindacali.

Costner ha definito le accuse “palesemente false”, sostenendo che si tratti di un tentativo di screditarlo e ottenere un risarcimento economico “ingiustificato”. La sua difesa afferma inoltre che la scena in questione era coerente con la tematica del film — che esplora anche la vulnerabilità delle donne nel West americano — e che non si è trattato in alcun modo di un “rapporto simulato”.

Nonostante ciò, il giudice ha confermato la validità di otto capi d’accusa, tra cui molestie sessuali, discriminazione di genere, ritorsione e violazione contrattuale. L’avvocato di Costner ha annunciato che presenterà ricorso, sostenendo che “le accuse non hanno alcun fondamento giuridico né fattuale” e ribadendo la fiducia in una futura assoluzione.

La saga Horizon, progetto personale di Costner e suo ritorno alla regia dopo anni, rischia dunque di essere offuscata da un caso che mescola il tema della libertà creativa con la necessità, ormai imprescindibile, di tutelare chi lavora sui set.

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Fonte: Deadline