Giovanni Allevi: nel documentario sul musicista il ricordo della sorella Stella, morta della stessa malattia
L’esperienza della malattia ha segnato un punto di svolta per il musicista, che nel film riflette sul valore dell’applauso
Alla Festa del Cinema di Roma è stato presentato Back to Life, il documentario dedicato a Giovanni Allevi che ripercorre il suo percorso artistico e personale dall’inizio della malattia fino al ritorno alla musica dal vivo. Il film, diretto da Simone Valentini e in uscita nelle sale come evento speciale il 17, 18 e 19 novembre, offre uno sguardo ravvicinato sulla fragilità, sulla resilienza e sul modo in cui il compositore ha rielaborato la propria identità di uomo e artista.

Giovanni Allevi e il ricordo della sorella Stella
Durante la presentazione, Giovanni Allevi ha raccontato l’emozione di rivedersi nelle immagini delle prove d’orchestra, dove compare un giovane pianista intento a suonare Chopin. Il documentario alterna momenti del presente a materiali d’archivio, costruendo un racconto che mostra il rapporto dell’artista con la malattia, la musica e il bisogno di continuare a creare nonostante le difficoltà.
Una parte centrale del film è dedicata alla sorella Maria Stella, scomparsa nel 2022, poco dopo che al compositore era stata comunicata la diagnosi. Giovanni Allevi la ricorda come una figura fondamentale nella sua formazione culturale e musicale: grazie a lei si è avvicinato al pianoforte, alla poesia e alla filosofia. Nel documentario emerge il ruolo determinante che Stella ha avuto nel sostenerlo nei momenti più complessi della carriera, anche di fronte alle critiche accademiche, aiutandolo a interpretarle con strumenti estetici e musicologici. La sua presenza, raccontata attraverso testimonianze e ricordi personali, rappresenta uno dei passaggi emotivamente più intensi dell’opera.
L’esperienza della malattia ha segnato un punto di svolta per il musicista, che nel film riflette sul valore dell’applauso, sul rapporto con il pubblico e sul significato della creatività di fronte alla possibilità della fine. Il regista ha spiegato che la prima intervista, nucleo narrativo del documentario, è nata spontaneamente, dando avvio a un racconto che si è sviluppato in modo naturale attorno alle parole e ai sentimenti di Allevi.
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