Gino Paoli ricorda il drammatico giorno in cui si è sparato e rivela il motivo di quel gesto estremo

Il proiettile, con cui ha provato a togliersi la vita, è ancora nel suo pericardio.

Autore di capolavori della musica italiana come Il cielo in una stanzaLa gattaChe cosa c’èSenza fineSapore di saleUna lunga storia d’amoreQuattro amici, Gino Paoli è senza dubbio uno dei cantautori più amati e acclamati del nostro paese. Ex compagno dell’attrice Stefania Sandrelli, da cui ha avuto una figlia, Amanda, anche lei attrice, Paoli nel corso della sua carriera ha avuto un forte legame con il cinema componendo le colonne sonore di film come Una donna allo specchio e per il classico Disney La bella e la bestia. Tra le tappe della sua carriera e della sua vita, c’è però anche un tentativo di suicidio nel lontano 1963.

Gino Paoli e il tentato suicidio nel 1963

Gino Paoli; cinematographe.it

L’11 luglio 1963, anche a causa di una serie di difficoltà e di crisi sentimentali, Gino Paoli ha tentato il suicidio sparandosi un colpo di pistola al cuore. “Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo“, ha dichiarato il cantautore in una vecchia intervista.

L’ogiva in realtà non ha mai perforato il miocardio, ma si è fermata nel torace senza intaccare organi vitali. Ancora oggi, il proiettile “vive” nel pericardio di Gino Paoli. Intervistato recentemente da Walter Veltroni, l’artista ha provato a spiegare cosa lo ha spinto a togliersi la vita, dichiarando: “Per andare a vedere cosa c’era dall’altra parte. Non ho una ragione specifica. Avevo avuto tutto dalla vita. Almeno credevo di aver avuto tutto, di aver visto tutto, di non avere ormai più niente da guardare. Quindi volevo andare a vedere dall’altra parte. È una stronzata mostruosa, quello che ho fatto quel giorno. Ad un certo punto ho pensato: mi sparo, vediamo. L’ho fatto. Come se mi avessero tirato un masso enorme addosso. Poi ho perso conoscenza. Mi sono svegliato in ospedale con il prete che mi dava l’estrema unzione e l’ho mandato a quel paese“.