Gaza, oltre 300 artisti chiedono al Regno Unito di sospendere la vendita di armi a Israele

Oltre 300 personalità pubbliche hanno firmato una lettera aperta al primo ministro Keir Starmer, chiedendo la sospensione delle forniture di armi a Israele e un impegno per il cessate il fuoco a Gaza.

Un appello forte e senza mezzi termini arriva dal mondo della cultura, dello sport e della politica britannica. Più di 300 personalità pubbliche – tra cui Dua Lipa, Benedict Cumberbatch, Tilda Swinton, Annie Lennox, i Massive Attack, Danny Boyle e Gary Lineker – hanno firmato una lettera aperta rivolta al primo ministro Keir Starmer, chiedendo l’immediata sospensione delle forniture di armi a Israele e un impegno concreto per il cessate il fuoco a Gaza. “Vi esortiamo ad agire immediatamente per porre fine alla complicità del Regno Unito negli orrori di Gaza”, si legge nel testo promosso dall’organizzazione umanitaria Choose Love, che dal 2015 sostiene rifugiati e comunità in crisi in tutto il mondo.

La richiesta è chiara: sospendere tutte le licenze di esportazione militare verso Israele, garantire accesso sicuro alle agenzie umanitarie e agire ora, senza ulteriori ritardi. Secondo i firmatari, non si può più tollerare che il Regno Unito continui a fornire supporto militare diretto o indiretto in una situazione che il governo stesso ha definito “intollerabile”. “Le parole non salvano le vite dei bambini dilaniati dalle bombe. Le parole non mettono cibo nelle pance affamate. Abbiamo bisogno di azioni, ora”, affermano i promotori.

La lettera riunisce nomi provenienti da ambiti diversi: musica (Brian Eno, Primal Scream, Wolf Alice), cinema (Lena Headey, Noomi Rapace, John Lithgow), arte (Tracey Emin), politica (diversi parlamentari), sport (Gary Lineker). Una rete ampia che intende far pressione su Downing Street affinché traduca in atti le dichiarazioni di preoccupazione espresse finora. La mobilitazione nasce mentre si aggrava la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Secondo Choose Love, bambini continuano a morire sotto le bombe, mentre aiuti alimentari e forniture mediche restano bloccati a pochi chilometri di distanza, per mancanza di garanzie di sicurezza e accesso.

“Se la situazione è davvero intollerabile – si legge nella lettera – allora fermate immediatamente la vendita di armi”. Con questo appello, il mondo artistico britannico si unisce alle crescenti pressioni internazionali affinché Londra assuma una posizione più netta e responsabile nel conflitto israelo-palestinese, ribadendo che la neutralità, in tempo di crisi umanitaria, può trasformarsi in complicità.

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