Fixed: Un’ultima avventura – recensione del film animato Netflix

Con Fixed – Un’ultima avventura Genndy Tartakovsky porta su Netflix un’opera che difficilmente lascia indifferenti, tra umorismo irriverente e libertà espressiva.

Con Fixed – Un’ultima avventura Genndy Tartakovsky porta su Netflix un’opera che difficilmente lascia indifferenti. Dopo il successo popolare di Hotel Transylvania e l’acclamata visionarietà di Samurai Jack, il regista sceglie di muoversi su un terreno inaspettato: un film animato esplicitamente vietato ai minori, costruito come un viaggio notturno e sfrenato, tra eccessi visivi e comicità dissacrante. L’elemento che colpisce subito è la scelta stilistica. In un’epoca dominata dalla CGI e dalla levigatezza del digitale, Tartakovsky opta per un ritorno radicale all’animazione tradizionale in 2D. Linee spigolose, colori saturi, movimenti deformati fino al grottesco: il regista abbraccia un’estetica volutamente vintage, che richiama i cartoni slapstick di Tex Avery e le follie Warner, ma li piega a un immaginario adulto, feroce e disturbante. È una scelta che funziona anche come dichiarazione d’intenti: Fixed vuole essere una rottura, un’anomalia capace di scuotere lo spettatore.

Umorismo sfrontato e saturo di eccessi

Non è un caso che il film sia stato etichettato come una delle commedie più esplicite mai prodotte da uno studio d’animazione. L’umorismo è sboccato, ossessivamente legato alla sessualità animale, tra gag sfrontate e immagini che raramente trovano spazio in un contesto animato. Questo registro funziona nei primi momenti, quando la sorpresa e lo shock visivo fanno sorridere per la loro audacia. Con il passare dei minuti, però, la comicità rischia di trasformarsi in ripetizione, e il film oscilla tra la brillantezza dell’irriverenza e la fatica di un accumulo senza respiro. Tartakovsky sembra giocare volutamente al limite, forzando la mano per vedere fino a che punto l’animazione può spingersi senza implodere. È un rischio calcolato, che alcuni spettatori accoglieranno come una ventata di libertà e altri come un esercizio sterile.

Il cuore nascosto dietro il grottesco

Se l’impatto immediato è quello della volgarità, osservando meglio si intravedono sfumature che rivelano un’altra dimensione del film. Tartakovsky non racconta solo un’avventura di cani sboccati, ma mette in scena una riflessione più ampia sulla paura del cambiamento, sulla perdita e sulla necessità di vivere intensamente ciò che resta prima dell’inevitabile. In controluce, tra un’iperbole scatologica e una gag animalesca, emerge un velo di malinconia che restituisce al film una profondità inattesa. È in questo contrasto tra oscenità e sentimento che Fixed trova la sua identità più autentica, anche se non sempre riesce a bilanciarla con coerenza.

Un cast vocale di grande livello

Ad arricchire il progetto c’è un cast vocale di prim’ordine. Adam DeVine dona al protagonista una voce che sa alternare tenerezza e ironia, Idris Elba e Kathryn Hahn aggiungono spessore e personalità, mentre Fred Armisen e Bobby Moynihan contribuiscono al registro comico. Particolarmente significativa è la presenza di River Gallo, che doppia un personaggio intersessuale, introducendo un tema di inclusività raro in questo tipo di prodotto. Questo dettaglio, trattato con inaspettata sensibilità, contrasta con la cornice volutamente sguaiata e contribuisce a rendere Fixed più stratificato di quanto appaia a un primo sguardo.

Un film divisivo ma necessario

Non si può negare che Fixed – Un’ultima avventura sia un’opera imperfetta. La sceneggiatura tende a cedere alla ripetizione, l’umorismo spesso appare fine a se stesso e la provocazione rischia di soffocare le intuizioni più interessanti. Tuttavia, il film possiede una forza che lo rende difficilmente trascurabile: la coerenza con cui Tartakovsky persegue la sua visione, senza compromessi e senza timore di dividere il pubblico. È un film che irrita e affascina, che respinge e attrae, e che proprio in questa capacità di polarizzare trova la sua ragione d’essere.

Fixed: valutazione e conclusione

Fixed – Un’ultima avventura non è un film per tutti. È una commedia animata che sferza, scandalizza e sovverte le aspettative, ma che dietro il suo strato di oscenità nasconde una riflessione sincera sul tempo che scorre e sulla necessità di vivere fino all’ultimo istante. Tartakovsky firma un’opera che non brilla per equilibrio, ma che rimane un esperimento coraggioso, un manifesto di libertà autoriale in un panorama spesso troppo uniformato. E se anche non convince del tutto, ha comunque il merito di ricordarci che l’animazione può essere terreno di sfida, provocazione e pensiero critico.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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